Il sottosegretario di Stato alla Salute Andrea Costa, intervistato nel maggio scorso da Radio24, non ha indugiato in perifrasi sottolineando con decisione come il nostro Paese stia affrontando ben due emergenze legate alla specie cinghiale: da un lato la Peste suina africana, dall’altro la presenza eccessiva dei selvatici, con danni alle colture e rischi sempre maggiori per l’incolumità delle persone. Secondo Costa, occorre ristabilire il giusto equilibrio, e per farlo è necessario l’intervento dell’uomo, in particolare dei cacciatori che, nelle parole del sottosegretario, sono “nostri alleati in questa battaglia”.
Dopo aver ricordato che in Piemonte, nelle zone interessate dalla febbre suina, sono stati già abbattuti oltre 500 cinghiali grazie a selettori e cacciatori abilitati, Costa ha aperto la strada anche ad altre tipologie di prelievo. Pronta la risposta del presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi, che ha ringraziato di cuore il sottosegretario per il suo intervento, pronunciato: “Non in un incontro riservato a pochi addetti ai lavori dove avrebbero potuto assumere il valore di una semplice lusinga – ha sottolineato – ma pubblicamente, ai microfoni di una trasmissione che va in onda in un’ora di altissimo ascolto ed è seguita in tutta Italia”.
Buconi ha sottolineato come le parole di Costa siano un attestato di fiducia nella serietà del ruolo dei cacciatori in qualità di membri della società, attivi al fianco delle istituzioni e della comunità, come anche un riconoscimento del ruolo chiave in quanto gestori dell’ambiente: “Un segno insieme ad altri – ha concluso il presidente Fidc – che finalmente, sui temi dell’ambiente, le Istituzioni e la politica stanno passando dall’ideologia alla concretezza”.
Nella gestione della Peste suina africana il sottosegretario alla Salute di Stato Andrea Costa ha riconosciuto il ruolo chiave dei cacciatori. – Foto tratta dal profilo Facebook di Costa