Semiautomatici, doppiette e sovrapposti. Finemente cesellati, curati nei particolari quasi come fossero sculture. Questo è il marchio stilistico e d’origine “più che controllata” che attraverso 3 secoli (è proprio il caso di dirlo) ha contrassegnato – e contrassegna tuttora – il cammino della Cosmi, azienda armiera che oggi ha sede ad Ancona. Da quel piccolo borgo del Montefeltro da dove tutto ha avuto inizio verso la fine dell’800, di strada il brand marchigiano ne ha percorsa molta. E ben oltre gli italici confini. Grazie alle intuizioni e alle invenzioni di Rodolfo Cosmi, che all’epoca di mestiere faceva l’artigiano riparatore di fucili, con una grande passione per la caccia. Una passione che lo portò nel 1895 a realizzare in totale autonomia quello che lui stesso definì “uno schioppo decente”, utilizzando – e in questo sta anche ciò che in tutto il mondo viene riconosciuto come “il genio italico” – l’asta di un ombrello come canna e una serie di scarti di fucile. I risultati di questa sua opera prima furono talmente soddisfacenti da spronarlo a riprovarci, perfezionando ogni volta sempre di più le sue creazioni. Finché ne brevettò una così speciale da “colpire” il gusto e le aspettative del Re d’Italia. Da lì in avanti la Cosmi si è fatta conoscere ed apprezzare non solo presso una folta schiera di estimatori, ma ha cominciato a comparire nelle collezioni private di sportivi, uomini di cultura e capi di Stato. Mantenendo costantemente fede al motto del suo fondatore: “Prima si fa un sogno, poi ci si sveglia e si studia come realizzarlo”.
Semiautomatici, doppiette e sovrapposti. Finemente cesellati, curati sin nei minimi particolari quasi come fossero sculture – Foto Cosmi