Alessio Bagnato, trentasettenne tiratore di skeet catanzarese, tesserato al Tav Pianopoli, è uno degli atleti che, grazie all’affiancamento e ai concetti emersi durante gli incontri con il suo mental coach, ha ottenuto degli ottimi risultati nella passata stagione agonistica. A parlarci del percorso fatto è lo stesso coach, Giorgio Fabris.
I risultati di Alessio nel corso del 2023 sono frutto di quale “alchimia vincente”?
“I risultati di Alessio Bagnato sono stati sicuramente eclatanti negli ultimi 2 anni. Ed è proprio da fine 2021 che è nata la collaborazione professionale perché la conoscenza era già in essere da 4/5 anni. Gareggiamo nella stessa disciplina e con il tempo abbiamo fatto gruppo, il resto è scaturito in maniera del tutto naturale, però non si tratta di alchimia, solo di lavoro costante, di evoluzione nel campo dei pensieri e dei punti di vista. Sai, un percorso di sport/coaching ti accompagna verso il raggiungimento dell’equilibrio personale, attraverso la scoperta delle potenzialità personali. Sicuramente è una lunga strada da percorrere ma, ad essere onesto, con Alessio la strada si è rivelata più semplice del previsto. Lui era già un categoria Extra e con ottimi risultati, gli mancava però quel ‘quid’ per effettuare il passaggio al livello superiore”.
Qual è stato il primo passo nei suoi confronti quando si è rivolto a te? Quali erano i suoi “punti deboli”, se si possono definire così e quali invece i suoi punti di forza?
“Il mio primo passo nei suoi confronti è stato quello di mettermi in ascolto attivo per riuscire a percepire quali fossero le sue eventuali limitazioni o paure. Ed è proprio in virtù di questa azione che sono usciti tutti quei risvolti che mi hanno permesso di mirare subito al sodo. Il lato debole di Alessio, se posso permettermi, non esiste, esistono però alcuni punti di pensiero negativo che lo ancorano al suolo e non gli fanno spiccare il volo. Ed è su quelli che abbiamo lavorato con sistema e azione. I suoi punti di forza li ha mostrati proprio nel momento in cui si è reso disponibile al cambiamento: è lì infatti che si vince e ci si trasforma in atleti vincenti”.
Come hai impostato e via via calibrato il percorso con Alessio?
“Ho preparato insieme ad Alessio una Gsa (Goal setting autonomy), cioè un percorso attraverso cui si arriva a puntare l’obiettivo prescelto. Un lavoro minuzioso fatto di dettagli, modifiche, nuovi atteggiamenti ma che alla lunga ti fa vedere in modo sempre più nitido che il tuo obiettivo si sta avvicinando. Un atleta come Alessio non ha bisogno di essere rovesciato sottosopra, perché è un talento naturale, difatti è e sarà la cura delle piccole cose a portarlo dove lui vorrà. Credo che lui di sé abbia scoperto la maturità e la consapevolezza, che spesso si raggiunge attraverso un percorso fatto di accettazione, ricerca equilibrio e autonomia”.
Come è cambiato il suo atteggiamento nei confronti di una gara, grande o piccola che fosse?
“Sai che forse il suo atteggiamento in gara non è cambiato più di tanto, credo invece sia cambiato l’approccio pre-gara. Valutare con obiettività e in maniera consapevole le nostre forze e il nostro stato di forma attuale, fa sì che le nostre aspettative siano in linea con quella gara. È una forma di equilibrio non facile da raggiungere, ma se ci mettiamo al lavoro, come ad esempio ha fatto Alessio, l’obiettivo è centrato. Non ha mai avuto un piano d’azione programmato per la stagione di tiro, diciamo andava un po’ a braccio. Di sicuro con un percorso già tracciato anzitempo si trova a meraviglia, spendendo la metà delle energie disponibili e questo a tutto vantaggio dell’economicità delle energie in competizione. Il percorso di sport/coaching gli ha aperto una serie di finestre e panorami mai esplorati prima, è una delle cose fantastiche del coaching”.
Quanto è durato il tandem coach e “assistito”?
“Il nostro rapporto professionale è sempre in essere, anche perché i risultati raggiunti gli danno ragione, ci danno ragione! Il cambio di marcia è sempre progressivo nel tempo e Alessio se ne è accorto di persona perché tra il 2022 e il 2023 è diventato totalmente un altro tipo di atleta. Più concreto, più dedito all’ascolto, più concentrato. Anche lui ha dovuto comunque effettuare delle scelte, a volte semplici e spesso spinose, ma il cambiamento vuol vedere in faccia le persone”.
Che cosa secondo te ha fatto veramente la differenza rispetto alla sua precedente esperienza di pedana?
“Sicuramente l’essere più metodico rispetto a prima. D’altronde non è un segreto che la programmazione fa sì che una persona abbia ben chiaro in testa tutto quello che deve fare quel giorno, quella settimana, quel mese. La differenza a mio modo di vedere l’ha fatta proprio lì, nell’approccio al sistema e, se te la posso dire tutta, Alessio dovrà e potrà ancora migliorare. Lo è già stato, ma Alessio sarà una piacevole sorpresa nei tempi a venire. Le carte giocano tutte a suo vantaggio e adesso sa come sfruttarle”.
Che cosa ha rappresentato per Bagnato questo deciso e decisivo salto di qualità?
“Direi che innanzitutto lo ha portato a conquistare definitivamente la sua autostima, a crearsi un’immagine più forte nella sua disciplina, a tal punto che all’inizio del 2024 è entrato con autorità nel clan azzurro del direttore tecnico Andrea Benelli. Una gran bella soddisfazione! Lo scorso anno, alla finale del Campionato italiano, ha siglato un favoloso 124/125, conquistando la finale tricolore che lo ha poi visto classificarsi al sesto posto. Aveva a sua volta già raggiunto un 123 e negli ultimi anni ha ottenuto vittorie alla Green Cup, alla Emir Cup e alla Golden Cup Beretta. Grazie alla sua volontà e alle sue skills siamo riusciti a fortificare la sua immagine come persona e come tiratore”.
E per te che cosa ha rappresentato? Immagino non solo la conferma della bontà del tuo lavoro personale e della validità del “sistema coaching” in generale.
“Il 2023 è stato per la mia figura professionale un fiore all’occhiello, un fiore all’occhiello di cui Alessio è stato sicuramente la punta di diamante. È stata un’annata fantastica, dove ho avuto la fortuna di accompagnare tanti atleti (in diversi sport e discipline) verso gli obiettivi desiderati e molti di loro hanno raggiunto quello delineato nella Gsa. Mi ritengo una persona molto fortunata nel trovare di fronte a me atleti che hanno sempre una forte componente legata al mondo della crescita e del cambiamento personale. Io metto a disposizione la mia professionalità, la disponibilità, l’energia, i miei studi e la mia empatia. Il lavoro, se fatto con metodo, costanza e determinazione porta sempre al risultato sperato. Impossibile fallire, ma alla base ci vuole una richiesta di coaching da parte dell’atleta. Essere un coach non è proprio un lavoro semplice, perché davanti a tutto devi mettere il tempo, il cuore e la testa, solo cosi posso riuscire ad accompagnare le persone verso il successo. Sì, nel 2023 ci sono stati tanti ‘Alessi’ a coronare un’annata magica. Il coaching è amore unico per la crescita personale”.
Per le vostre domande: info@giorgiofabriscoach.com.
Tratto da “Bagnato-Fabris, tandem di successo”, di Francesca Domenichini, Caccia & Tiro 04/2024.
Alessio Bagnato in alcune immagini in pedana e con Giorgio Fabris. “Tra il 2022 e il 2023 Alessio è diventato totalmente un altro tipo di atleta. Più concreto, più dedito all’ascolto, più concentrato. Anche lui ha dovuto comunque effettuare delle scelte, a volte semplici e spesso spinose, ma il cambiamento vuol vedere in faccia le persone”.