Si è conclusa la campagna “SignforHunting”, la petizione su larga scala lanciata dalla comunità venatoria europea che ha portato alla raccolta di 360.000 firme, consegnate dalla FACE (Federazione Europea per la Caccia e la Conservazione) al Commissario per l’ambiente, Virginijus Sinkevičius, durante la settimana verde della UE (che quest’anno si svolgeva il 6 e il 7 giugno a Bruxelles e dal 3 all’11 giugno in diversi luoghi in tutta Europa e nel mondo). “Questa iniziativa ha visto i cacciatori realizzare una delle più grandi campagne ambientali a Bruxelles, che include un chiaro appello a sostegno della proposta di legge della UE sul ripristino della natura”, afferma FACE in un comunicato, sottolineando come la campagna sia un invito a lavorare con i cacciatori europei per riconoscere meglio il contributo che danno “e il ruolo che hanno come parte della soluzione ai problemi ambientali. Questo invito va visto anche come una forte offerta di sostegno alle Istituzioni europee, oltre che come una richiesta di cambiamento di linea politica”. “FACE – si legge nel comunicato – ha approfittato di questa occasione per rilasciare una forte dichiarazione al Parlamento europeo, un promemoria per i politici che i cacciatori sono partecipanti attivi nella conservazione e nel ripristino dell’ambiente. Ciò non solo dimostra l’unità e la determinazione della comunità di cacciatori, ma sottolinea anche l’impegno collettivo a ‘Riportare indietro la natura’, la richiesta centrale della campagna”. Parte delle istanze della petizione “SignforHunting” riguarda l’approccio alla gestione dell’ambiente, con la richiesta che la biodiversità sia una risorsa ricca e rigogliosa per tutti; che le politiche sull’ambiente siano intese ad incentivare le attività di conservazione dei cacciatori, anche nelle aree protette; che le norme europee sul ripristino della natura siano efficaci nel preservare gli ecosistemi e habitat che ospitano la piccola selvaggina, con particolare riguardo per le aree umide e terreni coltivati; che le popolazioni di grandi carnivori siano elencate in base al loro effettivo stato di conservazione, ai sensi della direttiva Habitat e sulla base di valutazioni scientifiche accurate. Un’altra parte, altrettanto importante, riguarda invece il rapporto tra caccia e istituzioni, con la richiesta di un approccio all’attività venatoria più obiettivo e basato su dati scientifici, in particolare in relazione alle pratiche venatorie regionali e tradizionali; di un riconoscimento dei cacciatori come parte della soluzione per la conservazione della natura e non come il problema; di norme riguardanti i cacciatori che siano obiettive, giuste e comprensibili; di rispetto per il patrimonio culturale della caccia, essendo fondamentale per il futuro di un’Europa diversificata.
Anche in questa occasione è stato puntualizzato che la principale richiesta politica dei cacciatori è quella che i legislatori lavorino con loro, su un tema, quello della salvaguardia e tutela della natura, che vede il modo venatorio in prima linea, con un patrimonio di conoscenze e risorse umane che rappresenterebbe una grande opportunità per la società, perché laddove è loro permesso i cacciatori sanno dare un prezioso contributo, in termini di supporto ai progetti scientifici, gestione del territorio e salvaguardia dell’ambiente. Un bell’esempio lo abbiamo avuto, in Italia, anche lo scorso aprile, nella settimana della Giornata della Terra, con l’Operazione Paladini del territorio organizzata da Fondazione UNA (Uomo, Natura e Ambiente), che proprio a fine maggio ha diffuso i dati: 40 tonnellate di rifiuti abbandonati rimossi dall’ambiente; 100 attività di ripristino di sentieri, piantumazione oltre ad iniziative alla scoperta del territorio; mobilitazione di 130 sezioni provinciali e comunali delle diverse associazioni venatorie (in primis Federcaccia, Enalcaccia e Arcicaccia); più di 4.000 volontari coinvolti in 15 regioni italiane; benefici concreti per più di 4 milioni di cittadini che vivono nelle aree interessate. Maurizio Zipponi, presidente di Fondazione UNA, ha dichiarato che “i risultati straordinari dell’Operazione, che addirittura duplicano quello che è stato raggiunto nel 2022, sono testimonianza dell’impegno e della dedizione del mondo venatorio nell’assumere il mandato di Paladino dei territori in cui opera, di custode della biodiversità e degli equilibri naturalistici”. Sono esattamente queste testimonianze che dovrebbero convincere le Istituzioni, italiane ed europee, a stringere un’alleanza solida e proattiva con il mondo della caccia, che con i fatti e con le petizioni chiede di essere valorizzato e utilizzato al meglio come risorsa.
“Primo piano”, di Valeria Bellagamba, Caccia & Tiro 06-07/2023.
La petizione “SignforHunting” ha visto i cacciatori realizzare una delle più grandi campagne ambientali a Bruxelles, che include un chiaro appello a sostegno della proposta di legge della UE sul ripristino della natura – Foto Pixabay Licence