Lo Shooting Data Camp fa parte di un progetto Beretta che serve a rendere il tiro a volo una disciplina più inclusiva grazie alla tecnologia Shooting Data, per mezzo della quale, attraverso un’applicazione per smartphone, è possibile ottenere statistiche delle proprie prestazioni in tempo reale. Si può così tracciare l’esperienza di tiro, monitorare la propria attività in pedana e migliorarsi costantemente. L’azienda di Gardone Valtrompia ha pensato di organizzare corsi dedicati a tutti, tenuti da esperti e campioni di tiro a volo che possano estrapolare informazioni importanti dalla matematica e correggere gli errori dei corsisti in tempo reale. La proposta è indirizzata a tutti, come accennato, a chi vuole avvicinarsi alla disciplina e a chi ha già esperienza. I corsi, che si svolgono con diversi moduli e comprendono lezioni teoriche e tanta pratica sul campo, sono strutturati in modo tale da essere compresi da tutti quanti senza problemi. Ecco la proposta: SD Camp Junior, SD Camp Senior, SD Camp Senior con gara finale, weekend Camp e weekend Camp con percorso formativo digitale Dr Shooting. Per ora si sono svolti al Tav Umbriaverde di Massa Martana (Pg) e al Trap Concaverde di Lonato del Garda (Bs), ma presto saranno organizzati in altre regioni d’Italia perché il riscontro è stato davvero ottimo. Sono arrivati corsisti da ogni parte d’Italia e da tutto il mondo. La formazione tecnica è sicuramente al centro di questo progetto e per arrivare a ottenere risultati migliori, la tecnologia è al servizio di chi vuole cimentarsi in questa disciplina e diventare sempre più preciso.
“Shooting Data App è un innovativo sistema che prima non esisteva e ha portato le statistiche e la raccolta dati nel nostro mondo, così come già avviene in altri sport come il tennis che oggi è seguitissimo – sono le dichiarazioni a Caccia & Tiro di Andrea Miotto, coach Beretta e campione di fossa olimpica – L’analisi dei dati ci permette di pianificare il supporto oggettivo, ma la differenza la fanno senza dubbio le ore trascorse in pedana a cercare di migliorarsi nella pratica, perché i numeri devono essere abbinati all’esperienza e alle sensazioni del tiratore. Ad esempio, durante le fasi di allenamento può capitare di osservare punteggi identici che sono però il risultato di errori differenti. Ecco perché serve la nostra esperienza: per spiegare e correggere gli errori singolarmente a chi non ha ancora l’attitudine necessaria. L’evoluzione di questa idea si chiama Dr Shooting e ha cadenza quindicinale, ci permette di lavorare sia in presenza sia a distanza: in questo modo possiamo ottenere un feedback importante dagli atleti che partecipano. E il bello è che chi ha partecipato agli Shooting Data Camp spesso continua perché vuole migliorare sempre di più e perché questo tipo di formazione piace molto. La formula è interessante perché si sta insieme e c’è la possibilità di confrontarsi costantemente e l’accrescimento atletico e personale è assicurato. Per una proposta più completa abbiamo inserito lezioni con ingegneri balistici di Beretta, con psicologi e con nutrizionisti che possano spiegare l’importanza di una corretta alimentazione quando si pratica sport”.
Anche il coach Marco Micheli ci racconta la sua esperienza: “Finora sono state esperienze incredibili, il Camp immersivo al Tav Umbriaverde organizzato per i ragazzi ha attirato giovani da tutto il mondo: ad esempio c’erano filippini, britannici e naturalmente italiani e le giornate sono state tutte molto intense. Grazie al tempo avuto a disposizione abbiamo potuto puntare anche sulla preparazione atletica. Cominciamo sempre dalle questioni tecniche per poi studiare anche psicologia dello sport e prepararci al tiro vero e proprio. L’esperienza formativa è una chiara indicazione di come si dovrebbe impostare sempre un allenamento. Facciamo vivere ai partecipanti quella che è l’esperienza di un professionista durante una settimana di allenamenti con coach espertissimi che hanno vinto competizioni internazionali. La progressione didattica è molto lineare e può soddisfare sia il neofita sia quello che ha già un po’ di esperienza nella fossa olimpica. I corsisti arrivano a livelli diversi e riescono a seguire tutto senza problemi, proprio per come è organizzato l’approccio a questo tipo di disciplina. Si tratta di un percorso molto interessante anche per noi perché oltre al corso, si creano sempre rapporti umani che proseguono nel tempo. Ho seguito personalmente lo sviluppo del progetto fin dall’inizio e posso dire che tutto è nato dall’esigenza dell’allenatore di avere dati riscontrabili nel breve periodo. Con il tempo la tecnologia è stata migliorata e sono state aggiunte informazioni importantissime che evidenziano il lavoro che deve fare il tiratore”.
Ma quali sono le domande che ricevono gli allenatori durante gli Shooting Data Camp? “Ci chiedono tante cose – conclude Micheli – la prima che mi viene in mente è sul game fitting, cioè come mettere a punto l’arma. Oppure l’aspetto che interessa di più è come visualizzare il bersaglio in uscita”.
Da Beretta ci fanno inoltre sapere che la mission di questi eventi formativi non è solo quella di migliorare le performance di chi già pratica la disciplina del tiro a volo, ma anche quella di permettere a tutti coloro che hanno intenzione di avvicinarsi a questo mondo, di poterlo fare in sicurezza e con la competenza di coach preparati, che da subito permettono di comprendere come ci si comporta in una pedana da tiro. Il desiderio principale è quello di abbattere le barriere d’ingresso e democratizzare la pratica del tiro a volo, offrendo formazione accessibile, programmi di allenamento personalizzati e servizi dedicati ai neofiti e ai tiratori esperti, anche facilitando l’ingresso dal punto di vista della burocrazia.
Per partecipare agli Shooting Data Junior Camp Beretta sono arrivati giovani da tutto il mondo – Foto Beretta – Shooting Data