Nella specialità di tiro Long Range, dopo la scelta della carabina, un tassello fondamentale è dato dalla selezione accurata delle munizioni, che verranno scelte al termine di numerosi test balistici sulle medie e lunghe distanze. Normalmente, le case armiere consigliano munizioni commerciali da poter utilizzare in quella data carabina dotata di un determinato calibro e passo di rigatura. Nonostante ciò, la maggior parte dei tiratori di Long Range realizzano in autonomia le proprie cartucce, con attenzioni maniacali per tutti i particolari che le compongono.
COMPOSIZIONE DEL MUNIZIONAMENTO
Entriamo allora nel merito di quella che viene definita la composizione della munizione, sia essa destinata alla pratica del Long Range o all’impiego venatorio. Risulta costituita dalle seguenti sezioni principali: innesco – bossolo – propellente – proiettile. Per le munizioni che presentano un bossolo metallico, possiamo ritrovare principalmente due tipologie di innesco (munizioni a percussione centrale): il Boxer (innesco più diffuso), con incudine incorporata e il Berden, che non presenta l’incudine perché ricavata direttamente dal fondello del bossolo. Relativamente al bossolo – la parte centrale della nostra cartuccia – nella zona inferiore è contenuto l’innesco, al suo interno il propellente (polveri) e nella parte superiore il proiettile. In base ai requisiti fondamentali che devono rispettare – basso attrito del materiale nella camera della cartuccia, elevata duttilità ed elasticità – le case produttrici di munizioni utilizzano prevalentemente 3 materiali: ottone, acciaio dolce e alluminio. Il bossolo, oltre a rispondere a precise specifiche dimensionali, deve rispettare anche particolari requisiti di durezza, variabili a seconda delle sue diverse zone.
PROPELLENTE E PROIETTILE
È ora la volta del propellente: si tratta di un argomento molto complicato, considerata la vastità di soluzioni presentate dalle varie aziende. Le polveri possono essere classificate in base alla forma dei granuli e alla modalità di gelatinizzazione. I granuli che possiamo ritrovare nelle polveri possono essere: lamellari, granulari, discoidali, tubolari, sferoidali e sferoidali appiattiti. Per quanto riguarda invece il proiettile, come già accennato, rappresenta la parte terminale della munizione e può risultare formato da diversi materiali, in relazione all’impiego finale della stessa.
Possiamo ritrovare palle in piombo, materiale in genere più morbido, normalmente utilizzato fino a velocità non superiori ai 500 m/s, o palle incamiciate (blindate), costituite solitamente da un nucleo di piombo e da una mantellatura di materiale vario che, se ben realizzate, rendono maggiormente precise le cartucce anche a velocità superiori.
Tratto da “Le munizioni per il Long Range”, di Riccardo Monzoni, Caccia & Tiro 12/2023-01/2024.
Le parti principali di una munizione impiegata nella pratica del Long Range.