LA NOSTRA STORIA, LA NOSTRA MEMORIA

Mi accade spesso, come sa bene chi segue regolarmente i miei interventi, di vergare note come quelle che state leggendo a seguito di forti impressioni ricevute da un episodio agonistico e anche in questa occasione non mi posso sottrarre all’esigenza di fermare su carta qualche forte suggestione, emotivamente molto toccante, che ho sperimentato nella giornata conclusiva del Memorial dedicato a Daniele Cioni al Tav La Torre. Daniele – atleta dalle singolari doti tecniche, campione inarrivabile ma anche amico fraterno di tantissimi di noi – nella scorsa stagione è stato strappato prematuramente alla vita, agli affetti più cari, agli amici appunto e al mondo del tiro a volo da quella pandemia che tanto ha trasformato in questi anni, e spesso molto dolorosamente, la quotidianità dell’intero genere umano.

In casi come questo l’assenza è qualcosa di incolmabile, ovviamente, ma un sincero tributo collettivo nei confronti della persona che non è più tra noi, un segno tangibile di vicinanza e solidarietà tra tutti coloro che quella persona hanno incontrato nella vita e variamente apprezzato: ecco, tutto questo è in grado di ricreare, magari solo per qualche attimo, una situazione che se non allevia del tutto il dolore, quantomeno ci fa avvertire un intensissimo e confortante sentimento di memoria. L’episodio emblematico e recente del ricordo di Daniele Cioni, che lodevolmente alcuni suoi amici hanno voluto organizzare, deve anche nuovamente ammonirci a considerare che tutti noi siamo essenzialmente la nostra storia e la nostra memoria.

Non è la prima volta che sottolineo questo aspetto: ho insistito più volte sul concetto di storia del tiro a volo come patrimonio insostituibile della nostra cultura sportiva. Negli anni ce lo hanno confermato in molteplici occasioni, ad esempio, anche i massimi dirigenti del Comitato olimpico nazionale italiano a riprova del fatto che i nostri campioni del passato e del presente con le loro gesta hanno letteralmente scolpito pagine di storia sportiva che l’Italia intera tiene in profonda considerazione. È nostro compito peraltro trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio storico che il tiro a volo di ogni tempo ha saputo costruire. La società in cui viviamo sembra molte volte interpretare la storia come un presente permanente, ma in realtà non saremmo quello che siamo adesso se non avessimo vissuto e assimilato tante trasformazioni.

Nella giornata dedicata al ricordo di Daniele Cioni ho sentito esprimere da taluni la ferma volontà che quel memorial ricorra solennemente ogni anno e in futuro perfino con un coinvolgimento sempre maggiore della platea tiravolistica. Concordo in pieno con questa interpretazione di un evento del genere: è in questo modo che la lezione di sport e di vita dei nostri miti tiravolistici potrà appunto essere tramandata ad esempio alle giovani e ai giovani che si affacciano adesso all’agonismo. È certamente anche in questo modo che possiamo validamente coltivare la nostra storia e la nostra memoria.


“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 05/2022.


Il presidente federale con amici e membri della famiglia di Daniele Cioni nel corso del Memorial dedicato al campione toscano.

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