L’Ibis eremita è una specie in via di estinzione che una volta era piuttosto diffusa in territori rocciosi oppure scogliere di mare in tutto il bacino del Mediterraneo. Dai primi anni del secolo scorso è cominciato il suo declino a causa del bracconaggio e delle modifiche agli habitat naturali. Negli ultimi anni, però, le zone alpine dell’Europa Centrale si stanno lentamente ripopolando, tanto che nel 2022 sono stati registrati circa 200 esemplari.
Si tratta degli effetti delle fatiche per la conservazione della specie messe in campo dal progetto Life. Grazie all’iniziativa assistiamo ora un moderato ottimismo sulla salvaguardia del volatile in questione.
La Federazione italiana della caccia appoggia la Deutshe Wiltier Stiftung, fondazione tedesca che si occupa di fauna selvatica con risorse proprie nel “Progetto Ibis Eremita”, grazie al quale vengono utilizzati Gps per rilevare gli spostamenti dei soggetti più giovani verso le zone di svernamento. Purtroppo, durante i viaggi sono rilevate numerose perdite, provocate da eventi fortuiti e dal bracconaggio sconsiderato. Ecco allora che arriva la condanna a questi atti da parte della più grande associazione venatoria d’Italia e il sostegno a progetti a favore della fauna (non solo quella cacciabile) attraverso la collaborazione con le associazioni ambientaliste che utilizzino dati fondati su evidenze scientifiche, piuttosto che basarsi sulla mera ideologia anticaccia.
Federcaccia è da sempre al fianco delle iniziative per la reintroduzione delle specie che si trovano in difficoltà a causa dei fattori sopra elencati e lo fa grazie, soprattutto, ai miglioramenti ambientali nelle zone dove vivono questi animali.
Un esemplare di Ibis eremita (Geronticus eremita) – Foto Eric Carrasco – CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons