GLI ANIMALI, L’ETICA E L’ESTETICA

Nella nostra epoca e in vari ambiti letica è spesso chiamata in causa e laggettivo etico” è molto usato anche quando si parla di ambiente, dove è utilizzato al fianco di altri, come responsabile”, ecocompatibile”, ecc. Per etico” intendiamo, nellaccezione comunemente usata, un comportamento che è conforme a ciò che viene ritenuto giusto e corretto in un determinato contesto, per semplificare, un buon comportamento.

Etica ed estetica sono due concetti che frequentemente sono messi in contrapposizione. È convinzione comune, ad esempio, che fermarsi allapparenza, alla bellezza esteriore, non sia un comportamento etico. Tale convinzione, se estremizzata e distorta, porta addirittura a considerare che dove ci sia bellezza ci sia, giocoforza, anche superficialità. Questa è solo una delle interazioni possibili, tra due ambiti ben distinti e solo in apparenza contrapposti. Quando essi interagiscono con maggiore profondità nella realtà, ben distanti dalle pagine di filosofia o dai saggi degli accademici, le cose infatti vanno diversamente. In molte culture, tra cui la nostra, lestetica influenza letica, o meglio, lesperienza del bello e del piacere influenza il nostro giudizio nel definire quale sia il comportamento corretto da tenere, cosa sia buono, giusto. Essere consapevoli di questo potrebbe aiutare la società a meglio interpretare la realtà e a non cadere in facili illusioni o strumentalizzazioni, ad esempio su tematiche legate al nostro rapporto con la natura e con gli animali. Anche il modo in cui approcciamo il mondo animale, infatti, ha a che fare con lestetica, intesa come esperienza del bello e del piacere: ad alcuni animali esteticamente più gradevoli, come cani e gatti, oggi attribuiamo lo status di animali da compagnia, ad altri, come mucche o polli, lo status di specie destinate allalimentazione umana. Tra questi due estremi ci sono ovviamente tutte le sfumature e sappiamo che in alcuni casi lanimale daffezione è anche utile allo svolgimento di attività pratiche, come ad esempio il cane da caccia o altri cani da lavoro. A questa differenza di status che noi attribuiamo agli animali segue ovviamente anche uno specifico comportamento nei confronti di queste specie, un diverso approccio etico. Tutto questo accade in svariate parti del mondo, con differenze anche sostanziali che, ad esempio, portano a trasalire il viaggiatore che vede come in alcune culture gli animali che lui considera daffezione siano destinati allalimentazione e viceversa. Questo viaggiatore si scandalizza, a causa della discrepanza tra la sua etica e quella dellaltro. A questo punto, più che la tolleranza, dovrebbe intervenire una forma di consapevolezza: ciò che noi consideriamo etico non sempre rispecchia il bene assoluto e può capitare che un comportamento venga considerato etico perché conveniente e utile a un determinato gruppo di persone, pur presentando delle contraddizioni. Se questa consapevolezza fosse più radicata, probabilmente si eviterebbero tante polemiche sugli animali e anche sullattività venatoria. Essere consapevoli delle nostre contraddizioni” e dei nostri limiti, quando ci rapportiamo al mondo animale, significa anche essere maggiormente capaci di salvaguardare gli animali, facendo sì che a livello collettivo, oltre che politico, i temi legati alla tutela degli animali – da quelli di affezione a quelli di allevamento o selvatici – possano essere affrontati con meno infingimenti, con più pragmaticità ed efficacia. Il cittadino che si sdegna perché alla Tv gli mostrano che viene abbattuto un orso o un cervo, magari mentre porta alla bocca un succulento boccone di pollo allevato in batteria, è vittima di un grande autoinganno: le sue ragioni non sono etiche, ma estetiche, non sono buone”, ma belle”. E forse non c’è nulla di male, forse anche quello stesso sdegnarsi rappresenta in sé unesperienza estetica e di piacere. Ma la salvaguardia degli animali, quella vera, è unaltra cosa.


“Primo piano”, di Valeria Bellagamba, Caccia & Tiro 03/2025.


Se la società fosse più consapevole che alcuni comportamenti etici sottendono ragioni estetiche, utilitaristiche e culturali, si potrebbero evitare molte polemiche, diventando più pragmatici ed efficaci nella tutela del mondo animale – Foto Pixabay licence

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