CONSUMO DI SUOLO, CONSUMO DI FUTURO

Suolo” è una parola non particolarmente evocativa, come lo sono invece le parole natura” o ambiente”, eppure questo sostantivo le comprende entrambe, mettendole in relazione con le attività umane e con altri elementi essenziali di un discorso ancor più ampio e complesso, che riguarda anche la gestione delle acque e lurbanizzazione. Dal 2014 il suolo ha anche una Giornata mondiale dedicata – istituita dalla Fao e che si celebra il 5 dicembre di ogni anno – che ha lo scopo di sensibilizzare lopinione pubblica sullimportanza e sulla relazione tra suolo e acqua nella realizzazione di sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti. Prendersi cura del suolo: misurare, monitorare, gestire” era il tema scelto per la Giornata del 2024 con lo scopo, come si legge sul sito dellIstituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, di sottolineare limportanza di dati e informazioni accurati sul suolo per comprenderne le caratteristiche e supportare un processo decisionale informato sulla gestione sostenibile del suolo per la sicurezza alimentare”.

Proprio in vista di questa importante Giornata mondiale Ispra ha presentato, lo scorso 3 dicembre, ledizione 2024 del Rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” a cura del Sistema nazionale per la protezione dellambiente (Snpa), che si occupa di monitorare il territorio e il consumo di suolo. Un primo dato che emerge dal Rapporto è che la riduzione della capacità del terreno di assorbire e trattenere acqua, regolando così il ciclo idrologico, costerebbe al nostro Paese oltre 400 milioni di euro lanno, un caro suolo”, si legge nel comunicato dellIstituto, che va ad aggiungersi ai danni economici provocati dalla perdita dei servizi ecosistemici legati a regolazione del clima, stoccaggio di carbonio, diminuzione della qualità dellhabitat, perdita della produzione agricola. È per tutti questi motivi che il consumo di suolo è diventato un indicatore fondamentale per chiunque abbia lobiettivo di salvaguardare le attività umane e la sicurezza dei cittadini, in armonia con una lungimirante tutela della natura, nel suo duplice valore ambientale ed economico.

Secondo quanto riportato dal Rapporto Ispra nel complesso rimane ancora troppo elevato il consumo di suolo, che negli ultimi 6 anni ha avuto unaccelerazione a causa dellespansione urbana e delle sue trasformazioni collaterali. Anche se c’è stata una leggera diminuzione rispetto allanno precedente, il consumo è avanzato al ritmo di circa 20 ettari al giorno, 2,3 m2 ogni secondo, ricoprendo nel 2023 nuovi 72,5 km2. Una crescita inferiore rispetto al dato dello scorso anno – si legge nel comunicato Ispra – ma che risulta sempre al di sopra della media decennale di 68,7 km2 (2012-2022) e solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali (poco più di 8 km2, dovuti in gran parte al recupero di aree di cantiere)”. Nel Rapporto Ispra si spiega inoltre che il valore di consumo del suolo registrato nel 2023 è “del tutto insufficiente per raggiungere lobiettivo di azzeramento del consumo di suolo netto, che, negli ultimi dodici mesi, è invece risultato pari a 64,4 km2 (17,6 ettari al giorno, più di 2 m2 al secondo i valori stimati al netto dei ripristini). Limpermeabilizzazione è cresciuta, complessivamente, di 26,2 km2, mentre la crescita netta delle superfici artificiali dellultimo anno equivale a una densità di consumo di suolo di 2,41 m2 per ogni ettaro di territorio italiano che scende a 2,14 m2/ha al netto dei ripristini”.

Numeri, percentuali, superfici… tanto noiosi” in apparenza, quanto utili a comunicare tutti la medesima cosa: consumare il suolo è consumare le proprie risorse e, in ultima analisi, il proprio futuro. E a proposito di scenari futuri nel Rapporto Ispra si legge che, considerando i costi annuali medi dovuti alla perdita di servizi ecosistemici, sia per la componente legata ai flussi, sia per la componente legata allo stock, si può stimare, se fosse confermata la velocità media 2006-2023 anche nei prossimi 7 anni e quindi la crescita dei valori economici dei servizi ecosistemici persi, un costo cumulato complessivo, tra il 2006 e il 2030, compreso tra 173 e 212 miliardi di euro”.

Mettere a punto strategie per invertire il trend e salvaguardare il suolo è possibile e c’è chi pensa anche ad uno specifico intervento del legislatore. Le fragilità ambientali e climatiche del nostro Paese – ha dichiarato il presidente Ispra e Snpa Stefano Laportarendono improrogabile lapprovazione di una legge nazionale sul consumo di suolo in conformità agli indirizzi europei, che affermi i principi fondamentali di riuso, rigenerazione urbana e limitazione del consumo del suolo, sostenendo con misure positive il futuro delledilizia, la tutela e la valorizzazione dellattività agricola. Così come, per il futuro delle nostre città, sarà fondamentale adottare un Piano nazionale di ripristino”.Sul consumo di suolo si è espressa, proprio in occasione della Giornata mondiale, anche Federcaccia. I cacciatori sono gente con i piedi ben piantati in terra! E questo vale anche per questo tema, così importante e vitale per tutti noi, sul quale anche la Federazione italiana della caccia è intervenuta in più occasioni, denunciando degrado e perdita di suolo e promuovendo iniziative a tutela e ripristino”, ha affermato in un comunicato la Federazione, sottolineando che diventa importante per tutti mettere in pratica comportamenti virtuosi, che salvaguardino la qualità e la presenza di suolo utile. Ma anche ‘vigilare’ e se è il caso evidenziare situazioni potenzialmente critiche. E nessuno lo può fare meglio di chi, come noi, sta sul territorio tutti i giorni, tutto lanno”.


“Primo piano”, di Valeria Bellagamba, Caccia & Tiro 12/2024 – 01/2025.


Secondo quanto riportato dal Rapporto Ispra, nel complesso rimane ancora troppo elevato il consumo di suolo, che negli ultimi 6 anni ha avuto unaccelerazione – Foto Rhetos – CC0, via Wikimedia Commons


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