Nel momento in cui scrivo queste note è calato da poco il sipario sul quarantesimo Campionato del mondo di fossa universale che il nostro Paese ha ospitato in una stagione peraltro costellata di tanti appuntamenti internazionali in programma sulle pedane italiane. Come ho avuto modo di dichiarare nel corso di alcune amichevoli conversazioni intrattenute con atlete e atleti in gara in quel Mondiale e anche in qualche intervista rilasciata proprio durante la rassegna iridata, la fossa universale, per coloro che appartengono alla mia generazione e a quelle limitrofe, ha rappresentato spesso il primo contatto con il tiro a volo. Impianti storici della nostra penisola hanno avviato alla pratica di pedana appunto tante leve di tiratrici e tiratori proprio attraverso questa disciplina che per decenni è stata uno straordinario collettore di nuovi praticanti e un efficace tramite con le altre specialità del tiro a volo: prima fra tutte naturalmente la fossa olimpica. In quelle conversazioni con atlete, atleti, dirigenti italiani e stranieri, talvolta praticanti di lungo corso e altre volte autentici debuttanti; in tutte quelle considerazioni che abbiamo formulato durante il Mondiale, insomma, ho notato con quanta frequenza alla fossa universale sia stata associata la definizione di palestra del tiro a volo.
Lo è stata certamente per la mia generazione, come ho precisato prima; lo è stata indiscutibilmente anche per tutti quei campionissimi che nella seconda metà del Novecento, in parallelo o precedentemente alla mia generazione, hanno dato lustro all’Italia sportiva conquistando preziose vittorie e medaglie alle Olimpiadi e alle rassegne iridate del trap. L’evoluzione naturale del nostro sport e le strategie che la nostra Federazione ha adottato nei decenni più recenti per promuovere l’approccio al tiro a volo da parte dei giovanissimi hanno probabilmente sottratto in parte alla fossa universale quel ruolo di empirica palestra dei campioni che la disciplina stessa aveva svolto per un lunghissimo periodo. Ma occorre dire che quella specialità ha saputo abilmente reinventarsi, anche grazie alla versatilità di molte delle nostre atlete e dei nostri atleti e soprattutto per effetto della capacità lungimirante di uno staff tecnico – appunto quello che la Fitav ha designato per la specialità – che in anni recenti, comprendendo quanto moderna in realtà sia da sempre la fossa universale, l’ha valorizzata e ha fatto in modo che essa potesse continuare ad attrarre giovani e meno giovani. Non a caso adesso quella vitalissima fossa universale che abbiamo visto al recente Mondiale, se anche in futuro non avrà più quell’esclusiva funzione propedeutica nei confronti del vivaio dei giovanissimi come ha avuto in passato, sarà tuttavia in grado di rappresentare un importantissimo binario parallelo per molti giovani di tutte le specialità del tiro a volo.
Un dato è certo, però, ed è quello che ho voluto segnalare a gran voce nel titolo di questo mio intervento: la fossa universale è decisamente un ambito in cui si vivono grandi emozioni. Sarà la sua eredità storica: il fascino di una disciplina senza tempo, come si dice in questi casi, che è stata attualissima più di mezzo secolo fa, lo è adesso e lo sarà tra cento anni. Sarà il suo specifico connotato tecnico che ha fatto coniare al direttore tecnico della nazionale azzurra, Sandro Polsinelli, una definizione perfetta che recita in questo modo: non c’è una disciplina così facile e così difficile come la fossa universale. Sarà infine la sua capacità di creare ritmi agonistici anche intensissimi senza far smarrire ai suoi praticanti quello spirito di genuino dilettantismo che caratterizza le storiche specialità del nostro sport. Se sono grandi emozioni quelle che produce la fossa universale, allora sono comunque un valore insostituibile per tutto il nostro mondo tiravolistico. E quindi sta a tutti noi e in particolare ai giovani di oggi e di domani conservare, tutelare e tramandare questo importante patrimonio.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 09/2022.
Il presidente Fitav nel corso della rassegna iridata di fossa universale.