Il nostro è il Paese della Cultura con la “C” maiuscola e amiamo ricordarlo ogni tanto con spunti per chi ha la possibilità di approfondire gli argomenti e, magari, di fare un giro per soddisfare le proprie curiosità. In Toscana, a Cerreto Guidi (Fi), esiste il Museo Storico della Caccia e del Territorio, realizzato all’interno della Villa Medicea fatta erigere da Cosimo I de’ Medici nel 1556. Si tratta della prima struttura del genere nella quale è possibile vedere da vicino le armi da caccia e da difesa militare.
La Villa era in origine una vera e propria casa di caccia della famiglia dei Medici perché si trovava vicino alle zone di caccia sulle colline di Montalbano – illustrate persino da Leonardo da Vinci – e del Padule di Fucecchio. Durante la visita di questa particolare esposizione, è possibile rimanere affascinati dalle spade appartenute a Francesco Gonzaga, quelle del Gran Principe Ferdinando de’ Medici. C’è anche un antico “schioppetto” datato 1417. Da non sottovalutare neppure la statua dedicata alla Venere delle Armi realizzata dall’artista Enrico Vezzi, che è posizionata su una torre di avvistamento della villa e si può osservare avvalendosi dell’aiuto di un cannocchiale.
Nelle vicinanze di Cerreto Guidi, a Montelupo Fiorentino, c’è un’altra struttura che fa parte di questo “complesso” di case di lusso appartenute alla nobile famiglia toscana il cui fascino è arrivato in tutto mondo: è la Villa Medicea dell’Ambrogiana che non è visitabile all’interno, ma dalla quale si può rimanere affascinati per la sua architettura esterna e dalle sue torri angolari. Fu ristrutturata dal figlio di Cosimo I, Ferdinando e nel 1700 divenne l’abitazione favorita da Cosimo III che la rese ancora più bella e preziosa aggiungendo i suoi dipinti preferiti a soggetto naturalistico. Oggi la Villa Medicea dell’Ambrogiana, che si trova in riva al fiume Arno, è destinata a struttura sanitaria
Il Museo Storico della Caccia e del Territorio si trova all’interno della Villa Medicea di Cerreto Guidi (Fi) – Foto LegaDue – CC BY-SA 4.0 – via Wikimedia Commons