Il 7 ottobre, presso la sala Auditorium del Palazzo delle Federazioni in Roma, ha avuto luogo la prima Consulta generale di tutti i dirigenti della Fidasc. Non un vero e proprio organo di rappresentanza dei tre ceti sociali, come quello che, in Francia, si riuniva quando il Paese si trovava ad affrontare una serie di gravi e imminenti pericoli, ma sicuramente uno dei momenti chiave per la programmazione ed il coordinamento di tutte le attività federali. Per dovere di cronaca, bisogna dire che questa “riunione plenaria” non è certo una novità assoluta ma si muove, anche se con incessanti sviluppi e miglioramenti, nel solco che volli tracciare nell’ormai lontano 2008 indicendo la 1a Conferenza dei presidenti regionali. Questa importante assise è sempre servita a rinsaldare lo stretto legame fra le varie componenti dirigenziali della Federazione, quelle centrali e quelle periferiche, permettendo al presidente di illustrare l’attività sportiva realizzata e programmata e, al tempo stesso, consentire ai dirigenti regionali di rappresentare le varie realtà locali avanzando proposte e suggerendo iniziative agonistiche e promozionali di vario livello. Stavolta – ed è la prima volta dal rinnovo delle cariche per il nuovo quadriennio olimpico – l’intera nuova classe dirigente della Federazione ha avuto la possibilità di ritrovarsi personalmente nello stesso posto, riuscendo finalmente a superare le difficoltà e le restrizioni imposte dalla pandemia. A confermare l’incessante evoluzione non solo in termini organizzativi ma anche per quanto riguarda una rappresentatività democratica sempre maggiore e allargata, la tradizionale conferenza annuale è cresciuta fino a diventare la “Prima Consulta generale di tutti i dirigenti della Fidasc”.
Quest’anno, quindi, ancora più che nei quasi vent’anni passati, ho sentito l’esigenza di riunire in un unico posto fisico tutti i dirigenti federali, consapevole del fatto che il contatto diretto è un fattore imprescindibile per la creazione di una squadra di lavoro.
Così, oltre al Consiglio federale e ai presidenti e delegati regionali, la riunione ha potuto contare sulla partecipazione dei coordinatori nazionali delle 12 specialità federali. Questo ulteriore, significativo ampliamento conferma non solo lo spirito profondamente democratico e rappresentativo che anima da sempre la Federazione ma ribadisce, altresì, il valore della Consulta che, sempre più, oltre a costituire un momento di confronto e condivisione fra tutte le figure apicali – siano esse di carattere politico o tecnico – rappresenta un’insostituibile occasione per la programmazione ed il coordinamento di tutte le attività federali, dalle più piccole a quelle di levatura e respiro nazionale e internazionale. Finalmente, dopo le molteplici riunioni di coordinamento svolte in modalità online all’indomani dell’insediamento delle nuove cariche, c’è stato il momento magico di un vero e proprio incontro “de visu”, che è stato subito caratterizzato da un’atmosfera piacevolmente amichevole oltre che decisamente fruttuosa, sia sul piano personale e relazionale, che dal punto di vista pratico, organizzativo e progettuale.
Gli spunti che ho avuto il piacere di condividere con la platea sono stati colti, infatti, con grande entusiasmo e hanno generato la nascita di importanti progetti per il futuro. In particolare, il focus della riunione si può risolvere con tre indicazioni di indirizzo attorno ai quali si concentreranno gli sforzi della Federazione e che avrò il piacere di illustrare nel mio prossimo editoriale. Buon lavoro a tutti.
“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 11/2021.
Oltre al Consiglio federale e ai presidenti e delegati regionali, la riunione ha potuto contare sulla partecipazione dei coordinatori nazionali delle 12 specialità federali.