Fiducia è la parola corretta per esprimere il sentimento che Veniero Spada nutre nei confronti delle proprie squadre nazionali e nei confronti del panorama italiano del compak e dello sporting. Per il selezionatore umbro, infatti, le due discipline più fantasiose del panorama non olimpico stanno vivendo un momento molto positivo. La diffusione delle discipline stesse in molte aree del pianeta conferisce alle maggiori competizioni stagionali il ruolo di appuntamenti di alto livello agonistico e anche la scena italiana, in tutti i comparti, sta attraversando un momento euforico di convivenza di talenti affermati e virgulti in rapida ascesa.
Coach Spada, come si presenta il 2025 dal punto di vista delle forze in campo nelle nazionali di compak e di sporting?
“Possiamo parlare di una fotocopia dell’anno passato ed è una definizione con un significato totalmente positivo. Intendo cioè che nel panorama delle nazionali c’è una solidità di fondo in tutti i comparti. In qualche caso perfino con qualche vantaggio, perché ad esempio gli Junior azzurri avranno tutti un anno in più di età e di esperienza e potranno quindi aspirare anche a qualche piazzamento più prestigioso rispetto a quanto è avvenuto nella scorsa stagione. Per scendere appunto a qualche esempio, penso a Filippo Ceccarelli che aveva fatto dei grandi progressi già dal 2023 al 2024 e perciò prevedo che un altro anno di maturazione tecnica possa portarlo davvero a risultati di qualità. Per il 2025 ho grande fiducia nelle potenzialità di tutto quel gruppo di ragazzi. Nel comparto femminile, sia nel compak che nello sporting, ci sono pilastri solidi come Katiuscia Spada e Carla Flammini a cui si affiancheranno ancora Alessia Panizza, Valentina Guidi e Veronica Bertoli: tutte atlete a loro volta con buone potenzialità”.
Come giudicherebbe la creazione di un Settore giovanile del compak che vada a reclutare talenti e li avvii all’attività con una uniformità didattica, un po’ sul modello di quanto avviene con successo da 30 anni nelle discipline olimpiche?
“È un argomento di cui si è parlato e di cui si parla ancora spesso perché accade che i giovani che si avvicinano al compak e allo sporting si affidino al fai-da-te: ci sono gli autodidatti oppure coloro che attingono dalle esperienze del papà, del nonno, dello zio o di qualche amico. Mentre nelle discipline olimpiche avviene che il Settore giovanile offra un supporto globale, economico e didattico. Certamente creare un Settore giovanile del compak e dello sporting richiederebbe un intervento federale, anche e soprattutto in senso economico e non so quanto sia possibile in questo momento. Ma non possiamo negare che allo stato attuale per il compak e per lo sporting è davvero difficile fare opera di proselitismo e scoprire nuovi talenti anche se vedo che quei ragazzi che si avvicinano alle nostre discipline, pur essendo un numero ristretto, sono molto motivati. Infatti il ragazzo che sceglie il compak o lo sporting approda in pedana con la voglia fortissima di fare il risultato e di crescere qualitativamente. In questo modo quel ragazzo, proprio per l’entusiasmo che è in grado di mettere in campo, ha tante possibilità di emergere. In altri casi, invece, il reclutamento a tappeto magari permette certamente di portare in pedana un bel numero di ragazzi su cui esercitare la selezione, ma quei ragazzi a volte non hanno la stessa carica di entusiasmo di chi si avvicina al tiro di propria iniziativa. Per fare un semplice esempio: se io porto in pedana 10 ragazzi per far loro sperimentare il tiro a volo, magari non riuscirò a convincere nessuno di quei 10 a fare qualche sacrificio per ottenere dei risultati. Se invece 10 ragazzi arrivano da me di spontanea volontà, posso star certo che saranno davvero motivati e da quel gruppo 6, 7 o anche 8 avranno la volontà di progredire e saranno in grado di andare lontano. Anche perché poi a quel gruppo sarà data magari la possibilità di accedere alla nazionale ed ecco che avranno già compiuto un bel percorso di maturazione tecnica. Sappiamo tutti che la nostra Federazione sta già sostenendo molto le discipline non olimpiche: basta considerare il numero di gare di compak e di sporting che si disputano in un anno nel panorama complessivo dell’attività. Per questo motivo credo che in questo momento sia poco realistico immaginare la creazione di un Settore giovanile che resta però certamente una bella idea”.
Il Mondiale di compak del 2024 ha decretato una superiorità distribuita delle atlete e degli atleti italiani: come dobbiamo guardare al Campionato del mondo di Sîgnes del prossimo agosto?
“Sîgnes è un campo in cui anche un lancio, che altrove è normale e tranquillo, diventa impegnativo perché c’è uno sfondo particolare con delle rocce e una pineta. È sicuramente un impianto in cui non escono mai dei punteggi elevati. Patrick Russo, che è da sempre il tracciatore delle gare di Sîgnes, negli anni scorsi ha sempre saputo disegnare lanci insidiosi. Il livello di visibilità di quei campi condiziona quindi molto l’esito di ogni competizione: per questo è molto difficile fare un pronostico su quella gara”.
Ma ci sono atlete e atleti della nazionale che hanno un modo di sparare che si adatta alle prerogative di quel campo in cui si disputerà il Mondiale?
“Sîgnes è un campo in cui negli anni in realtà abbiamo comunque sempre sparato abbastanza bene. Naturalmente dovremo anche vedere chi si qualificherà per quella gara che adesso è ancora relativamente distante: c’è una buona metà della stagione per individuare le atlete e gli atleti da designare. Mi ricordo però che in un Mondiale di alcuni anni fa, nella gara a squadre, Daniele Valeri, Michael Spada e Marco Battisti nei primi due giorni confezionarono punteggi da record, quindi possiamo dire che c’è senz’altro qualche possibilità buona di uscirne con il risultato. Anche Carla Flammini una volta si è classificata seconda in quell’impianto e questo ci dice che in vari comparti possiamo essere certamente competitivi”.
Impossibile non parlare del Veniero Spada agonista che quest’anno difenderà il titolo mondiale dei Veterani. Dica sinceramente: meglio fare il tracciatore, il coach o l’atleta?
“Quella del coach è naturalmente sempre un’attività stimolante ed emozionante. Quanto alle altre, in questi ultimi anni la Fitasc ha fissato dei paletti precisi secondo i quali chi gareggia non può essere tracciatore. E io ho sempre detto chiaramente al presidente Palinkas che per il momento mi diverto ancora molto a sparare”.
Tratto da “Veniero Spada: Vedo un futuro azzurro”, di Massimiliano Naldoni, Caccia & Tiro 02/2025.
Per il selezionatore umbro Veniero Spada le due discipline più fantasiose del panorama non olimpico stanno vivendo un momento molto positivo.