Con Paolo Amadori, allevatore dei pluripremiati spinoni “Epithelium”, ogni tanto ci incontriamo per chiacchiere e aggiornamenti cinofili. È lui lo scultore del cane di cui parlerò in questo articolo. Bisogna infatti dire che Amadori, oltre alla lunga militanza in cinofilia, ha una mano e una vena artistiche molto felici. Tant’è che nel (poco) tempo libero a volte si diletta nel realizzare incisioni, su vetro o plexiglass, di cani o soggetti venatori. Cinofilo a tutto tondo, un passato professionale da Vigile del Fuoco, è uno degli allevatori italiani più conosciuti all’estero. Ha esportato e fatto conoscere lo spinone in tutta Europa e negli Stati Uniti. Ci conosciamo da parecchi anni ormai e ogni tanto ci vediamo per due tagliatelle alla romagnola o una pizza e anche per una piccola coincidenza di passioni (cronica la mia, saltuaria la sua) per il setter gordon. Ad Amadori piace valorizzare i soggetti che dimostrano di avere della “birra”, a prescindere dalla razza. E quindi se gli capita sotto mano un soggetto meritevole, cerca di portarlo avanti, come ha fatto a suo tempo con York, un kurzhaar che stava bene sul terreno, qualificato poi con alcuni CAC in lavoro. Dice che l’amore per il cane non ha frontiere di razza, ma lo spinone l’ha preso completamente. Sicché, quando ha chiamato la ditta per tagliare il grosso albero malandato, troppo in bilico di fianco a casa per l’età e la mole, al momento di estirpare anche il ceppo c’è stato un flash artistico: la forma del ceppo trasmetteva “un certo non so che” di possibile continuità. Continuità artistico-cinofila, per l’esattezza. E dunque il ceppo è rimasto dov’era e Amadori (a 90 anni!) con motosega, mazzuolo e scalpello, ha realizzato uno spinone “radicato” sul posto. Una lignea dimostrazione di standard ed espressione della razza, un piccolo monumento.
Modi pacati, fisico asciutto, oggi 92 anni portati molto egregiamente, Paolo Amadori ha portato il suo allevamento di spinoni a imporsi sia in Italia che all’estero. L’amore per lo spinone fu un amore a prima vista, che Amadori sintetizza così: “All’età di 13 anni, mentre camminavo per strada, incontrai uno strano cane, possente, il pelo ispido color bianco e miele e uno sguardo dolce e bonario. Era uno spinone italiano. Rimase con me una quindicina di giorni, poi un cacciatore di un vicino paese risultò essere il legittimo proprietario e fu ben felice di riaverlo. Ma dato che il primo amore non si scorda mai, dalla prima licenza di caccia, a 18 anni, iniziai a cacciare con un cane che assomigliava ad un griffon e che si rivelò un discreto ausiliare”. Da quel momento prende vita il percorso di Amadori a fianco dello spinone.
Ricordi particolari?
“Sì, la storia dello spinone raccontata dal ‘poeta’ cinofilo e bibliofilo Adriano Ceresoli. I passati confronti accademici, ormai da libreria, fra Brianzi e Caraffini sul colore dei mantelli, cioè se all’origine vi fu il bianco-miele o il roano-marrone. L’incontro personale con Caraffini sulla stessa questione. Poi la nascita del Club italiano spinoni e il progressivo rilancio della razza dopo anni di appannamento. Gli allevatori attenti e appassionati che militano all’interno del Club di razza hanno dato un’importante spinta all’allevamento italiano dal punto di vista delle qualità per il lavoro”.
Per curiosità cinofila ritorniamo un attimo sulla questione dei mantelli.
“Il colore roano-marrone è una varietà difficile da realizzare rispetto al bianco-miele. Il marrone tipico è definito a ‘tonaca di frate’, se è più scuro deriva dall’immissione di altre razze nel tempo. Il mantello unicolore è stato eliminato dagli standard dello spinone e del bracco italiano, le due nostre razze da caccia nazionali da ferma”.
L’affisso Epithelium è nato nel 1975 con i bull-terriers, un ramo differente.
“Anche quella è stata un’esperienza profonda. Con tutte le esperienze si porta a casa qualcosa, per maturare e procedere in allevamento. Ottenni il primo soggetto attraverso un amico; era un cane in tipo e infatti lo portai presto al Campionato di bellezza. Ho ancora un paio di soggetti in casa, per pura passione”.
Ma torniamo agli spinoni. Oggi l’affisso Epithelium produce solamente soggetti di questa razza.
“Sì, con lo spinone si è sviluppata la parte preponderante della mia attività di cinofilo. Insieme a me c’è mio figlio Roberto, cinofilo attento e pignolo”.
La “carriera spinonistica” di Amadori, siamo negli anni ‘80, prende corpo con York, un roano-marrone che si affermò con diversi CAC in esposizione e ottenne un CAC in lavoro. Nel contempo Amadori non trascura di portare avanti la parte organizzativa. Nel marzo del 1988 dà vita infatti alla Delegazione Cisp (Club italiano spinoni) Emilia-Romagna, che regge per 9 anni, prima di passare la mano a Emidio Rusticali, che purtroppo ci ha lasciati prematuramente qualche anno fa. Nell’aprile del 2000, il Consiglio nazionale Cisp nomina Amadori consigliere incaricato dei rapporti con l’estero. Sfruttando la precedente esperienza con i bull-terriers, si muove presto verso l’estero, in particolare verso Inghilterra e Usa, guadagnandosi stima e seminando per la razza. In qualità di esperto è chiamato a giudicare le speciali di razza in Inghilterra nel 1990 e 1991 e le speciali negli Usa nel 1992 e 1994. Sul terreno, intanto, porta ad affermarsi Full, un maschio bianco-arancio, entrato in allevamento dall’esterno, che all’inizio degli anni ’90 consegue i titoli di campione di lavoro italiano, yugoslavo e internazionale. Full si rivela anche un ottimo razzatore: con Ira di Val Potenza genera il dopo-Full, che non può fare a meno di chiamarsi… AfterFull. After per gli amici, mette insieme i cartellini che gli valgono la proclamazione a campione italiano assoluto, di bellezza internazionale, europeo, olandese.
Come riproduttore genera in Olanda, presso l’allevamento di M.me Van Doorn e M.me De Jong, Briccone dal Podere Antico, che arriva in casa Epithelium come diritto di monta di AfterFull. Anche questo soggetto non smentisce la stirpe di provenienza, raggiungendo i titoli di campione italiano assoluto, di bellezza olandese e internazionale, inaugurando il libretto delle qualifiche con un CAC a beccacce. Colleziona in breve tempo 4 CAC, 2 Cacit, 1 MB, 1 CQN. Al Raduno di razza di Bertinoro (Fc), il 16 marzo 2002, sono 25 i figli di Briccone che vengono presentati (42 soggetti in totale provenienti da riproduttori degli Amadori, dei quali due già campioni di bellezza e 21 con il giudizio di Eccellente).
Ma gli Epithelium all’estero? Ad esempio, come si spiega l’interesse in Inghilterra verso questo cane non anglosassone?
“Lo spinone ha conquistato gli inglesi per la dolcezza e la docilità. Gli inglesi vivono un rapporto quotidiano con gli animali più stretto rispetto a noi: i cani li tengono più in casa che nel box. Anche gli americani si sono avvicinati, soprattutto per quanto riguarda il lavoro. Così come nei Paesi nordici europei, la razza si è fatta conoscere per la propria rusticità. Anche da un Paese ‘particolare’ dal punto di vista venatorio come la Russia sono arrivati alcuni appassionati dopo aver visto i nostri soggetti su un sito internet americano. Oggi uno di quei soggetti Epithelium è al top della razza. Nel Nord Europa il cane che ha maggiormente improntato di tipicità i soggetti attualmente in pista, è stato Epithelium Ligabue (figlio di AfterFull), vincitore di passate edizioni dell’Esposizione europea e di quella mondiale. I figli di Ligabue, Dinamo e Dinamico, a loro volta hanno vinto rispettivamente un’Expo mondiale e una europea, oltre ad avere conquistato titoli in diversi Paesi europei”.
Come scegli il cucciolo “buono”?
“L’esperienza si è trasformata in una questione di feeling. Scatta una sensazione, una forma di intesa verso uno in particolare, quando osservo la cucciolata”.
Quali sono i tuoi soggetti che ritieni emblematici?
“Certamente Briccone del Podere Antico e Epithelium Dinamo, il primo bianco-miele e il secondo roano-marrone. Emblematici sia come tipo che come riproduttori. Dinamo ha avuto successo anche negli Usa come padre di alcune cucciolate”.
Hai una ricetta per il futuro della razza?
“Molta attenzione alla tipicità in morfologia e lavoro insieme e tanta passione. Considerati i tipi di terreno sui quali si può cacciare in Italia, lo spinone può essere, anzi già è, un felice ritorno come ausiliare per i cacciatori”.
Tratto da “L’albero del cane”, di Roberto Aguzzoni, Caccia & Tiro 11/2023.
Lo spinone di legno scolpito da Paolo Amadori nel ceppo dell’albero. Riprodotte fedelmente la soma e l’espressione tipiche.