Cogliendo lo spunto del quarto Gran Premio di Prima categoria di fossa olimpica che, nel “segmento Sud”, è stato incorniciato tra gli altri anche dal Tav La Silva di Cerchiara di Calabria (Cs), abbiamo interpellato Valentina Zecca, vice presidente dell’impianto insieme alla sorella Francesca. Con la gentilezza che le è proverbiale, si è prestata al nostro “fuoco incrociato” di domande.
Come viene definito all’interno della vostra cerchia di iscritti e in generale nel contesto Fitav Calabria la vostra realtà tiravolistica?
“La nostra è una bella realtà tiravolistica, molto apprezzata dai tiratori, sia per la struttura che per la cornice paesaggistica che circonda il nostro Tav, con vista mare e alle spalle il Parco nazionale del Pollino. Le origini risalgono al 1974 (anno della prima affiliazione alla Fitav), quando nostro padre, Giuseppe Zecca, da tutti conosciuto come ‘Peppino’, ha iniziato per gioco a divertirsi con una macchina lanciapiattelli da lui realizzata, a sparare al piattello nell’azienda di famiglia, spinto dalla passione per il tiro e per le armi che lo ha accompagnato sin da bambino. Ha ampliato man mano la struttura per arrivare ad oggi ad avere 5 campi di fossa olimpica, 4 campi di skeet, 1 di percorso di caccia. Negli anni siamo stati apprezzati per la cura e per la dedizione di nostro padre, per il tempo che lui dedica ogni giorno al suo Tiro a volo, non tralasciando mai niente. Noi figlie lo abbiamo sempre affiancato per fare in modo di raggiungere sempre risultati migliori”.
Per caso il Tav ha un “nomignolo” nel vostro dialetto?
“Non ha nessun nomignolo. Prende il nome di ‘la Silva’ per la frazione in cui si trova, che deriva dalla parola latina ‘silva’, che significa foresta”.
Che cosa rappresenta il tiro a volo in generale per la vostra Regione: è sufficientemente conosciuto come sport agonistico?
“Il nostro impianto è molto conosciuto nella nostra regione dagli appassionati, sicuramente non ricopre una posizione di rilievo a livello di cronache sportive, ma si può sempre migliorare!”.
Quali “suggestioni”, diciamo, così le ha lasciato il GP di Prima categoria che è stato ospitato sulle vostre pedane?
“Ormai per noi è un appuntamento fisso, lo ospitiamo infatti da diversi anni. Siamo onorati di poter organizzare e gestire una gara così importante sul nostro campo, è sempre una grande emozione! C’era qualche tiratore che non era mai stato da noi, proveniente da Puglia e Sicilia: sono stati molto soddisfatti, nonostante le condizioni climatiche non fossero delle migliori. I preparativi iniziano un mese prima, con la preparazione degli schemi e con la sistemazione dei campi. Il personale coinvolto è semplicemente la nostra famiglia. Collaboriamo tutti per fare in modo che tutto proceda nel miglior modo possibile”.
Cosa significa ricoprire il ruolo di vicepresidente di una Società sportiva?
“Essere vice presidente insieme a mia sorella Francesca mi gratifica molto, ma non è un compito semplice: la vita associativa ruota intorno a questa figura e a quella del presidente. Il nostro compito è stabilire le linee guida dell’intera attività sociale, costituiamo il motore pulsante dell’organizzazione, siamo sempre aperti al dialogo e al confronto, per fare in modo che il tiro a volo non sia soltanto uno sport, ma che offra la possibilità di arricchimento reciproco e crescita personale. Con mia sorella non abbiamo compiti diversi, viaggiamo insieme nella stessa direzione”.
Suo padre è uno dei pionieri del tiro a volo in Calabria: può raccontarci qualche aneddoto che lo riguarda?
“Il suo interesse per le armi e per la caccia lo ha sempre accompagnato, come già accennato. Negli anni ‘70 ha posto le basi di questo impianto. La sua è proprio una passione, non c’è un giorno che non raggiunge la struttura, è sempre lì a sistemare i campi, a controllare che sia tutto perfetto, non prende mai ferie, nemmeno a Natale e a Ferragosto. I tiratori prima di tutto! Per lui è una seconda casa”.
La vostra realtà è molto attiva sul territorio: quali sono le progettualità per l’anno in corso o in divenire?
“I nostri progetti per il futuro sono tanti. Mia sorella Francesca ha appena conseguito il diploma Fitav di istruttrice di tiro a volo, per poter supportare, insieme a nostro padre (anche lui istruttore), i tiratori durante gli allenamenti e ogni volta che ne avranno bisogno, valutando il loro stato di preparazione, predisponendo un programma di allenamento efficace e sicuro, insegnando regole, movimenti, tattiche e tecniche. Da poco anche io mi sono specializzata, ottenendo un diploma nazionale con la qualifica di mental coach: ho così la possibilità di operare in sinergia con l’istruttore, fornendo all’atleta le strategie mentali e le competenze emozionali per ottenere un miglioramento complessivo del suo status mentale in vista di performance d’eccellenza. Attiveremo il Progetto C.A.R.E. (Cultura, Autocontrollo, Regole, Emozioni), promosso dalla Fitav e finanziato da Sport e Salute, destinato alla promozione dello sport di base. Obiettivo del Progetto è la formazione dei docenti di Scienze Motorie, con il supporto della Piattaforma Sofia (Sistema operativo per la formazione e le iniziative di aggiornamento) e degli studenti degli Istituti scolastici di primo e secondo grado, per avvicinarli al tiro a volo. Con la conseguente attivazione dei Campionati italiani studenteschi. Inoltre, il prossimo anno, oltre alle gare federali e regionali, abbiamo intenzione di organizzare una competizione dedicata ai 50 anni di affiliazione e di attività. Per noi questo è davvero un grandissimo traguardo, che merita la giusta importanza. Nel mese di agosto 2024, arriveremo poi alla 30a edizione del Trofeo Alto Jonio, una gara storica, un appuntamento fisso, la domenica che precede Ferragosto, e che vede una grande partecipazione anche di tiratori provenienti dalle regioni limitrofe”.
Come vede il futuro prossimo venturo del tiro a volo, in particolare di quello della vostra terra?
“Il tiro a volo è una bellissima realtà, ma bisognerebbe promuovere questa disciplina, soprattutto tra i giovani, per fare in modo che questo sport possa continuare ad esserci nel tempo. È uno sport completo, che richiede sia una preparazione fisica che mentale, per questo è in grado di regalare grandi emozioni. Purtroppo, al Sud Italia viene data ancora scarsa attenzione a questo sport, ma noi siamo fiduciosi e continueremo sempre a fare del nostro meglio per farci conoscere ed apprezzare. La Calabria è meravigliosa, una terra ricca di storia, tradizioni, cultura, caratterizzata da un patrimonio naturale e storico-artistico di grandissima importanza, meriterebbe un po’ di attenzione in più”.
Tratto da “Incontro con Valentina Zecca”, di Francesca Domenichini, Caccia & Tiro 09/2023.
Valentina Zecca (a sinistra) con il padre Giuseppe “Peppino” e la sorella Francesca.