Il gioco di parole è lecito e non credo possa disturbare nessuno, anche perché è imperniato sul nome Eos che, oltre ad essere il nome della dea greca dell’alba, corrispondente alla divinità romana Aurora, è anche il nome (azzeccatissimo, a mio modo di vedere) di quella che è ormai diventata “La fiera” per eccellenza della caccia, della pesca e di tutte le attività sportive o semplicemente ricreative che si svolgono all’aria aperta. Una manifestazione di grande autorevolezza e di ampio respiro non solo europeo ma addirittura mondiale. In realtà, la kermesse fieristica veronese di Eos (un po’ figlia e un po’ sviluppo e accrescimento naturale della primigenia Exa), anche se conserva la suggestione della mitologia, è semplicemente e modernamente un acronimo inglese che sta per European outdoor show. Ed è proprio all’interno di questo spettacolo senza frontiere che la Fidasc ha ritenuto giusto presentarsi in grande stile, non solo raccontando ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare per lo sport che nasce dalle radici della nostra cultura venatoria, ma anche per quello (ed è davvero tanto) che sta costruendo su questa scia storica e tradizionale, incentrata sul tiro e sulla cinofilia.
Infatti, la nostra attività principale – dalla quale, peraltro, questo mio editoriale prende significativamente il nome – è stata e continua ad essere una ininterrotta caccia allo sport che dagli anni della sua nascita è riuscita a mettere in carniere una serie entusiasmante di specialità squisitamente sportive, frutto della passione e della creatività di una dirigenza che, al di là delle riduzioni numeriche imposte dal generale ammodernamento del Coni e oltre i democratici avvicendamenti elettorali, non è rimasta ancorata alle pur gloriose performance della cinofilia venatoria e del tiro, ma ha continuato a rimanere al passo dei tempi riuscendo molto spesso ad anticiparli, intercettando le novità agonistiche tanto care ai giovani e alle ragazze di oggi. Quindi, nel solco di questo rinnovamento e di questo ampliamento, hanno preso corpo e statura nuove specialità come il field target o il paintball, che rappresentano gli aspetti più giovani del tiro, o l’agility e lo sleddog, che non sono nient’altro che le facce nuove (ma anche antiche) di una cinofilia che non è più solo venatoria.
E proprio rimanendo nel campo vastissimo della cinofilia, non è certo né fortuito, né insignificante il fatto che questi nuovi modi di fare sport “con e insieme” al cane siano stati portati in Eos proprio all’indomani di un grande e fondamentale Convegno imperniato proprio su questa figura del cane-atleta. Un nuovo protagonista che, oltre ad essere protetto e salvaguardato sia fisicamente che a livello psicologico, ormai può e deve avere una sua identità legale e una sua collocazione sportiva istituzionale in seno al Coni e quindi anche al Cio. Una collocazione, attraverso un vero e proprio “Registro del cane-atleta” che non può che essere all’interno della Fidasc e della sua poliedrica attività.
“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 03/2023.
Nel solco del rinnovamento e ampliamento della Fidasc, hanno preso corpo e statura nuove specialità come il field target o il paintball, che rappresentano gli aspetti più giovani del tiro, o l’agility e lo sleddog, che non sono nient’altro che le facce nuove (ma anche antiche) di una cinofilia che non è più solo venatoria.