Il Centro di preparazione olimpica Acqua Acetosa “Giulio Onesti”, a Roma, è stato la sede, lo scorso novembre, del primo corso per istruttore tecnico di paratrap, a cui hanno partecipato 15 tecnici nominati dalla Fitav. Si è trattato di una premiere assoluta: questo tipo di specializzazione, rivolta a tutte le Federazioni sportive, è stata infatti fortemente voluta dal Comitato italiano paralimpico (Cip). E i tecnici Fitav hanno avuto così l’onore di essere gli “apripista” di questo percorso. Il corpo docente era rappresentato da Luca Minelli (Fitav): storia del del paratrap; Antonella Galvan (Cip): classificazione e aspetti clinici; Riccardo Rossi (Fitav): aspetti tecnici del paratrap e Sarah Corazzi (Fispes): aspetti psicologici.
I TEMI AFFRONTATI
La prima giornata in programma è stata caratterizzata da una full immersion, a partire dalla storia del paratrap, disciplina di cui la Fitav è stata una pioniera, quando ancora in tutto il mondo non se ne parlava e non c’era ancora la giusta sensibilità per affrontare un certo tipo di attività in tale direzione. Si è pertanto focalizzata l’attenzione, attraverso tutte le tappe temporali, non prive di difficoltà, su qual è stato il percorso di Fitav nel contesto paralimpico. Un percorso che ha portato all’affermazione dell’importanza di prendersi cura di questa branca sportiva e al riconoscimento di Fitav, da parte del Cip, come Federazione paralimpica. Mentre a livello internazionale è stato dato credito al movimento e alla Federazione, nominandola proprio come responsabile per il futuro sviluppo del paratrap a livello mondiale. Una disciplina che, grazie al cammino sin qui fatto, è riconosciuta ovunque e allo stato attuale “viaggia” verso le Paralimpiadi, nonostante la strada sia ancora in salita. Ci sono però degli obiettivi con cui viene descritto anche il futuro del paratrap, a cui Fitav terrà fede per poter consentire la sua partecipazione ai Giochi.
La didattica è poi proseguita con il focus sulle classificazioni funzionali del paratrap: ovvero, a prescindere dal tipo di disabilità o patologia, quanto un atleta appartenga ad una classe piuttosto che ad un’altra in base ad alcune limitazioni funzionali per il gesto tecnico specifico del tiro a volo. Sono stati inoltre descritti aspetti clinici della disabilità perché si fa riferimento a patologie pregresse, o congenite o, ancora, acquisite a seguito di un evento traumatico. Il tutto abbinato agli aspetti tecnici della disciplina, di cui si è occupato nell’occasione Riccardo Rossi, tecnico che segue la nazionale di paratrap negli allenamenti e nelle trasferte, che ha definito quelli che sono gli adattamenti necessari per poter espletare le funzioni sportive in pedana e conseguire altresì il miglior risultato.
COMUNICAZIONE E PSICOLOGIA
Il secondo giorno di formazione ha visto “salire in cattedra” i temi della comunicazione e della psicologia, sviluppati da una psicoterapeuta: il suo contributo ha riguardato il tipo di approccio necessario da tenere in alcune situazioni soprattutto. Elementi base quindi della comunicazione, dell’empatia e della professionalità da esercitare in ogni approccio a livello personale, ma ancora di più per quanto riguarda una condizione di disabilità che può andare a toccare aspetti veramente delicati della storia personale di un individuo. A ciò è seguito l’esame finale, superato a pieni voti da tutti i partecipanti e che ha decretato l’inizio di questo nuovo percorso legato al paratrap, assegnando un grado di specializzazione ulteriore per i tecnici Fitav presenti sul territorio, che avranno il compito – avendo ora gli strumenti per farlo – di implementare la partecipazione paralimpica nel tiro a volo. Affiancando persone che vogliono cominciare a praticare questo sport sia in senso amatoriale che professionistico. Uno degli scopi fondanti promosso dal Comitato paralimpico internazionale (Ipc), è proprio quello di implementare la partecipazione nelle gare nazionali e internazionali, incrementando anche quella femminile, con la finalità di creare eventi di mixed team. Realizzando così i numeri necessari a far sì che la disciplina possa essere inserita a tutti gli effetti e definitivamente nel circuito delle Paralimpiadi.
Tratto da “Paratrap: il primo corso per istruttore tecnico”, di Sara Fanciullaci, Caccia & Tiro 12/2024 – 01/2025.
Il gruppo dei partecipanti al primo corso di specializzazione rivolto a tutte le Federazioni sportive, tra cui la Fitav. Tra gli argomenti sviluppati la storia del paratrap, le classificazioni funzionali e l’importanza della psicologia nell’approccio con un atleta disabile – Foto Fitav – Cip Lombardia