AMIGHETTI: “LA MIA PRIMA CONVOCAZIONE IN NAZIONALE RISALE AL 2018”

Una piacevolissima chiacchierata è quella che ci aspetta con alcune delle signore della fossa universale made in Italy, le Ladies in gergo sportivo. E a “dare il la” a questo incontro “nero su bianco” è Rachele Amighetti, tiratrice lombarda che nel suo palmares ha all’attivo non pochi successi.

Come ti sei avvicinata al mondo del tiro a volo?
Sono ormai 14 anni che pratico questo sport. C’è un mono campo vicino casa mia, sul Lago d’Iseo, che aveva proposto una giornata promozionale di tiro per neofiti. Colsi l’occasione sparando al primo piattello: presi un contraccolpo talmente forte da promettere a me stessa che non avrei più sparato una fucilata in vita mia. Invece, l’anno successivo, un po’ più cresciuta, ho riprovato rompendo il primo bersaglio grazie a mio padre che è cacciatore. Diciamo che ho seguito la passione di famiglia e, tieni presente, che avevo solo 12 anni”.

Poi ne hai fatta di strada. Come sei arrivata all’agonismo?
Sono stata fortunata. Essendo tesserata con il Trap Concaverde di Lonato, una delle Società più importanti e blasonate d’Italia, sono cresciuta insieme a tanti altri giovani del Cas. Sotto la guida di valenti istruttori, durante il mio percorso di 8 anni nel Settore Giovanile, ho capito che era uno sport in cui potevo riuscire e questo mi ha portato a continuare. Sono stata in nazionale Juniores di fossa olimpica per un paio di anni, con la partecipazione ad alcune trasferte internazionali poi, negli ultimi 2 anni di Settore Giovanile, ho iniziato ad affacciarmi anche al settore della fossa universale. Ed è proprio su queste pedane, dopo alcune gare societarie con ottimi risultati, che ho preso realmente consapevolezza dei miei mezzi”.

I migliori risultati nel Settore Giovanile?
Bronzo individuale nel Gran Premio internazionale Juniores di fossa olimpica a Porpetto e numerosi piazzamenti a squadre in gare internazionali”.

Veniamo al dunque, con le Ladies di fossa universale ti sei tolta le più grandi soddisfazioni: quando è stata la tua prima chiamata in azzurro?
La prima convocazione da parte del ct Polsinelli è stata nel 2018, in occasione del Campionato europeo di Toledo in Spagna”.

E hai iniziato con il botto, vero?
Assolutamente! Ho partecipato quasi per scherzo al Trofeo Polsinelli ottenendo un gran risultato. Grazie anche ai punteggi dei precedenti Gran Premi, sono partita per la Spagna dove, insieme a Bianca Revello e Carmela Petrella, ho vinto l’oro a squadre. Nello stesso anno, sempre per nazioni, abbiamo conquistato l‘argento al Campionato del mondo in Ungheria. L’anno successivo, sempre convocata in nazionale, ho agguantato un bronzo individuale all’Europeodi Maribor, in Slovenia, coronato ancora una volta dall’oro a squadre. Ricordo che era il 2 giugno e ci è sembrato il modo più bello per festeggiare la festa della Repubblica. Poi ancora argento a squadre al Mondiale di Ychoux in Francia e poi… è arrivato il Covid!”.

È vero che ti sei laureata con una tesi sul tiro a volo?
Sì, per la laurea magistrale in Scienze motorie ho trattato l’argomento della relazione tra ormone dello stress e i punteggi nelle gare. Ovvero, su come possono cambiare i punteggi in base alla quantità di ormone dello stress in circolo nel corpo, mentre per la laurea triennale ho discusso la possibilità di adattare il tiro a volo agli atleti con disabilità fisica permanente. E per questa tesi ho ricevuto un grande aiuto dal mio amico Emilio Poli, tiratore nazionale della squadra di para-trap”.

Come si misura il livello di ormone dello stress in un tiratore?
Si può misurare tramite diverse campionature però la migliore è quella del cortisolo salivare. Si prende un piccolo tampone di cotone che deve essere masticato: assorbe la saliva e da lì viene estratta la quantità di ormone. È semplice, perché non occorre personale medico, non è stressante come potrebbe essere un prelievo sanguigno e ha la tempistica più relazionabile al risultato della serie, potendo abbinarci correttamente il valore di cortisolo in quanto questo, a differenza delle urine, non ha tempi di smaltimento”.

Nel caso, come si corregge l’eccesso di questo ormone?
Prima di tutto dobbiamo valutare se c’è veramente una relazione tra il cortisolo e il punteggio della serie. Sicuramente poi l’allenamento, la respirazione, la preparazione sia fisica che mentale, possono essere un metodo valido per correggere questi valori e favorire un miglior punteggio in gara”.

E ora, dopo la laurea?
Adesso sto insegnando educazione fisica in una scuola primaria, ho circa 100 bambini a cui cerco di trasmettere la passione per lo sport che, oltre a dare benessere fisico, serve anche per imparare ad avere rispetto per se stessi, per gli altri e a rispettare le regole”.

Obiettivi per questo 2022?
Desidero centrare almeno una delle due convocazioni per il Campionato europeo o per il Mondiale. Le prime gare sono andate bene. Ho ottenuto ottimi risultati sia al Campionato italiano d’inverno a Uboldo che nel corso del 1° Gran Premio. A breve avremo il 2° Gp e, a seguire, quello internazionale dedicato a Guido Polsinelli, in programma presso il Tav Umbriaverde di Massa Martana. Io ce la metterò tutta”.


Tratto da “Ladies dell’universale si raccontano”, di Stefano Terrosi, Caccia & Tiro 05/2022.


La tiratrice lombarda si è laureata in Scienze motorie con una tesi strutturata sul tiro a volo. Il suo percorso nel Settore Giovanile lo ha fatto tra le fila del Cas Concaverde a Lonato del Garda.


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