In un pomeriggio di fine ottobre, presso la Sala Luca Giordano della Città Metropolitana di Firenze, si è tenuta la premiazione per le Benemerenze sportive dell’anno 2021. Alla presenza del presidente del Comitato regionale CONI Toscana Simone Cardullo, dell’assessore comunale allo Sport Cosimo Guccione, del consigliere allo Sport della Città Metropolitana Nicola Armentano e del delegato CONI del capoluogo toscano Gianni Taccetti. Per il tiro a volo in “quota Atleti” è stato premiato Stefano Narducci. Il forte agonista toscano ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Valore atletico per aver conquistato il titolo di campione mondiale a squadre di fossa universale. Per Narducci non è stata la prima Medaglia CONI ricevuta, bensì la sesta: il suo percorso infatti è iniziato nel 1998, con la Medaglia di bronzo nel double trap, avendo vinto il Campionato italiano a squadre; nel 2004 bronzo per il secondo posto all’Europeo a squadre di double trap; nel 2016 Medaglia d’argento per il terzo posto a squadre al Campionato del mondo di fossa universale e poi nel 2017 e 2018 Medaglia d’oro per il titolo di campione del mondo a squadre di fossa universale. Per chi ancora non lo conoscesse, Stefano Narducci, classe 1980 e originario di Fucecchio (Fi), oltre al tiro a volo, un’altra sua grande passione è la caccia, principalmente quella agli acquatici. Comincia ad avvicinarsi alla pratica tiravolistica all’età di 14 anni, grazie al padre Bruno che, insieme ad alcuni mici, aveva fondato a Fucecchio una piccola società di tiro a volo chiamata “La Valle”. Risale proprio a quel periodo la sua partecipazione a un Campionato italiano Open al Tav Montecatini riuscendo subito, anche se era da pochissimo che frequentava le pedane, ad entrare in finale. In quell’occasione venne notato da Lamberto Castellani e Luciano Innocenti che, vedendo questo ragazzino di gran talento, gli proposero di andare a Bagnolo per un corso Cas. Da lì in avanti è cominciata la sua carriera: entra a far parte della nazionale di double trap sotto la guida di Luciano Giovannetti e a 16 anni conquista la sua prima medaglia importante, un bronzo Juniores all’Europeo. Negli anni successivi arrivano: 2 ori (1998/1999) e 1 argento europei (2000), 1 oro (1999), 1 argento (1997) e un bronzo mondiali (1998). Come ogni ventenne che si “rispetti” però, nel 2006 Stefano smette di praticare il tiro per poi rinnamorarsene nel 2012. Ricomincia però cambiando specialità, dedicandosi alla fossa universale, grazie anche ad amici storici come Francesco Cherubini. Dopo pochi mesi partecipa ad un Campionato italiano Open a Bologna e lo vince in Seconda categoria. Da lì nasce l’amore per le 5 macchine che non lascerà più. Dal 2016 entra a far parte della nazionale di fossa universale con il Ct Sandro Polsinelli. I suoi successi fino ad oggi son tantissimi: 4 ori mondiali e 1 bronzo a squadre, 2 ori e 1 un argento europeo sempre a squadre. A livello individuale Narducci ha vinto (fino ad ora) 1 oro e 1 argento mondiali, 2 Gran Prix d’Italie, 3 Campionati italiani invernali (di cui uno vinto con il punteggio di 199/200) e 3 Campionati italiani estivi. Narducci, lo ricordiamo, milita in Eccellenza anche nella fossa olimpica, dove ha conquistato un titolo tricolore d’inverno.
Stefano, cos’è per te il tiro a volo?
“Il tiro a volo è una passione che difficilmente si spiega a chi non lo pratica. Prima di una di una gara, insieme a un po’ di ansia e anche alla paura di sbagliare, c’è un’adrenalina che quando la vivi non ne puoi più fare a meno”.
Come mai hai scelto la fossa universale come tua disciplina principale?
“Perché secondo me rispecchia il tiro com’era una volta, cioè non è ‘professionistica’ e la vivi in maniera più ‘tranquilla’. Poi ovviamente si sono instaurati dei rapporti di amicizia e di stima che sembra davvero di stare in famiglia. Visti i sacrifici che comunque si fanno per questa passione, poterla fare in ambiente in cui stai bene aiuta anche a raggiungere dei traguardi importanti”.
Scontato chiederti se sei felice di questo riconoscimento CONI…
“Ovviamente sì (sorride). Per un atleta, ricevere una Medaglia al Valore atletico è sempre una grande emozione. Essere qui, oggi, in questa sala affrescata mi fa scorrere davanti agli occhi tutti gli anni vissuti per questo sport. Tutti i sacrifici, tutte le risate fatte con gli amici e riporta a galla i ricordi di quelle vittorie. È una bella sensazione”.
A questo punto, corre l’obbligo di alcune riflessioni personali: aver potuto assistere da appassionata di tiro a volo e da amica di Stefano Narducci a una premiazione di questo valore, è stata anche per me una grande emozione. Penso che tutte le discipline del tiro a volo abbiano sempre più bisogno di essere conosciute anche da chi non appartiene a questo “mondo” e a maggior ragione credo sia ancora più importante far conoscere i campioni che ne fanno parte. Sono veramente felice ed orgogliosa di averne potuto allora presentare uno a me molto vicino perché, vi assicuro, è un grande campione, non solo in pedana.
Alcuni “fermo immagine” sulla cerimonia di assegnazione delle Benemerenze sportive CONI. In “quota Atleti” a Stefano Narducci è stata consegnata la Medaglia d’oro.