IL TIRO A VOLO IN SICILIA: LA PAROLA A MICHELE SOLLAMI

È una gestione essenzialmente improntata al pragmatismo quella promossa in questi anni dal delegato Fitav della Sicilia Michele Sollami, ma il dirigente di Caltanissetta, nel tracciare il bilancio del quadriennio che si avvia al suo epilogo, evidenzia alcuni aspetti molto positivi del movimento tiravolistico della maggiore regione italiana. Nell’arco degli ultimi 4 anni la Sicilia di Michele Sollami è riuscita a conservare il proprio patrimonio medio di praticanti conquistando anche significativi risultati, a livello individuale e collettivo, nelle competizioni del calendario federale. Ma Michele Sollami, profondo conoscitore della realtà tiravolistica isolana, segnala anche a chiare lettere che la regione avrebbe la possibilità di far letteralmente esplodere in termini numerici il numero dei propri tesserati se fossero individuate sedi tiravolistiche idonee in alcune aree chiave della Sicilia che attualmente non dispongono di impianti. Ed è dunque uno sguardo convintamente rivolto al futuro quello del massimo esponente di Fitav Sicilia per una regione che deve ancora dispiegare tutte le proprie immense potenzialità.

Delegato Sollami, la domanda di rito è quella della fotografia della situazione generale della regione. Come si presenta la Sicilia del tiro a volo allo scadere del quadriennio?
I numeri di partecipazione relativi ai Campionati regionali di questa stagione in Sicilia replicano abbastanza fedelmente la situazione dello scorso anno: pertanto, alla luce della situazione generale attuale, quei numeri si possono considerare un dato positivo. Non è facile istituire un confronto tra la situazione attuale e l’inizio del quadriennio perché naturalmente l’avvio dell’attuale quadriennio ha coinciso, se non proprio con la fase acuta del Covid, comunque con uno dei momenti ancora critici della pandemia. Nella fase acuta della pandemia, cioè nel 2020, nell’ultimo anno del precedente quadriennio, il lockdown, come si sa, ha favorito l’attività tiravolistica: ha fatto segnare un incremento dell’attività e del tesseramento. Indiscutibilmente anche nel 2021 abbiamo ricevuto un effetto positivo da quella crescita dell’attività che risaliva alla fase acuta del Covid. Nelle stagioni successive del quadriennio siamo riusciti comunque a conservare significativamente quel patrimonio di praticanti”.

Quante Associazioni operano oggi in Sicilia e nell’arco degli anni qual è stato l’andamento del numero di quelle Associazioni?
Attualmente le Società operanti in Sicilia sono 39 ed è una cifra che descrive ormai stabilmente da anni la situazione delle Associazioni nell’isola. Ci sono state impercettibili variazioni che hanno magari aumentato o diminuito di una unità le Associazioni affiliate, ma il numero delle Società è sempre stato sostanzialmente stabile”.

Ci sono aree della Sicilia in cui sarebbe necessario ampliare la presenza di impianti?
Questa è davvero la domanda delle domande! Il mio cruccio è proprio la constatazione che ormai da anni abbiamo pochi impianti a Palermo. Basta considerare che nell’area di Palermo vive più di un milione di persone: è facile capire che sarebbe quindi un bacino di utenza eccezionale da cui attingere. A spiegarci il ruolo straordinario che potrebbe svolgere il comprensorio del capoluogo regionale, poi, è anche la storia tiravolistica palermitana che è stata parte molto attiva addirittura della storia tiravolistica nazionale. Il campo dell’Addaura è stato infatti un impianto tiravolistico storico: il più antico e importante impianto dell’area del capoluogo che ha svolto attività per decenni. Oggi nell’area di Palermo invece sono attive soltanto due Associazioni: il Tav Traversa a Casteldaccia e il Tav Terrasini. Sono due piccole strutture in situazioni neppure particolarmente felici sul piano dell’operatività impiantistica: sia dal punto di vista organizzativo che tecnico. A Traversa ad esempio c’è sempre vento e non è una situazione gradita a molti tiratori. Si tratta inoltre di una Società la cui dirigenza per molteplici motivi non può dedicare tempo ed energie sufficienti a quell’attività. Può sembrare perfino paradossale, ma tutta la Sicilia subisce gli effetti negativi di questa mancanza di impianti a Palermo”.

Sicuramente anche l’altra grande area metropolitana della regione, quella di Catania, sta sperimentando una situazione analoga.
Certamente. Nello stesso modo mancano impianti anche nel comprensorio di Catania. Attualmente l’impianto attivo più vicino a Catania è il Tav Ramacca, ma si tratta di una struttura che sorge a 60 chilometri dalla città etnea. Molti praticanti catanesi in questi anni hanno optato perfino per tesserarsi al Tav San Demetrio che è addirittura in provincia di Siracusa”.

C’è la possibilità di immaginare nuovi impianti a Catania e a Palermo o rimarrà un grande sogno?
Nella piana di Catania sarebbe certamente più facile immaginare la creazione di un nuovo impianto per la maggiore disponibilità di territorio libero. Il comprensorio di Palermo è invece fortemente urbanizzato e allo stato attuale è oggettivamente più difficile individuare una sede idonea, considerando tutte le limitazioni che, come ben sappiamo, intervengono nella creazione di un nuovo impianto. Voglio però sottolineare un concetto che risulta molto importante per il futuro della Sicilia tiravolistica. Non ho esitazione a dire che se avessimo un impianto a Catania e un altro a Palermo potremmo raddoppiare, e ripeto: raddoppiare, il numero dei tiratori in Sicilia nel giro di 2 o 3 anni”.

Un grande impianto in questi anni Duemila è stato creato, ma a Mazara…
Occorre dire senza tanti giri di parole che la creazione del campo di Mazara è stata una scelta poco centrata ai fini dello sviluppo del tiro a volo in Sicilia. Consideriamo che per raggiungere il campo di Mazara, da Messina occorrono 4 ore e mezza. Con lo stesso tempo un tiratore messinese va a sparare a Roma. D’altronde, come sappiamo, quella è stata una scelta operata dalla provincia di Trapani: è una iniziativa che vanta certamente alcuni pregi, ma senz’altro anche dei limiti e delle problematiche di fondo. La stessa Federazione italiana tiro a volo non ha avuto la possibilità di utilizzare al massimo quella struttura proprio perché è decisamente decentrata. Quindi per il tiro a volo siciliano il campo di Mazara, pur rappresentando una bella struttura, costituisce un po’ una cattedrale nel deserto che in realtà non riesce a far crescere la pratica di pedana”.

Delegato Sollami, qual è il suo giudizio sul Settore Giovanile dell’isola?
Del Settore Giovanile sono soddisfatto. Quest’anno abbiamo partecipato a tutte le gare del circuito nazionale del comparto e i ragazzi che hanno preso parte a quelle trasferte hanno fatto dei bei risultati. Fra l’altro, devo dire che i nostri ragazzi fanno attività assidua anche al di fuori del calendario Under 21: consideriamo che molti di loro hanno partecipato regolarmente alle prove del circuito regionale di Seconda e Terza categoria arrivando nei primi posti. Beatrice Di Maria ha addirittura vinto una prova tra i Terza categoria. Certamente anche per il Settore Giovanile valgono i problemi che abbiamo sempre evidenziato in generale per tutto il tiravolismo siciliano: la questione del trasporto di armi e munizioni negli spostamenti in aereo, le grandi distanze da coprire per partecipare alle gare in zone continentali d’Italia. Dobbiamo anche dire chiaramente che, nel caso del Settore Giovanile, se c’è una forte partecipazione dei genitori, allora riusciamo a gestire bene l’attività: altrimenti il Settore è in sofferenza dal punto di vista organizzativo. Se qualche volta si sono verificati dei limiti alla partecipazione a gare che si svolgono in altre zone d’Italia, questo è avvenuto proprio perché non sempre i genitori potevano assicurare la propria presenza al fianco dei figli”.

Indichiamo un po’ di cifre a proposito del Settore Giovanile in Sicilia…
I ragazzi iscritti in tutta la Sicilia sono 35, ma una ventina di elementi fanno attività regolare a livello nazionale. Dal punto di vista del rendimento, posso dire che nel momento in cui i ragazzi fanno attività ad alto livello e si preparano nel modo corretto, i risultati poi arrivano. Difettiamo un po’ sul versante femminile: le ragazze infatti sono davvero pochissime. Proprio per questo motivo non riusciremo a fare la squadra della Sicilia per il Trofeo Coni, perché non c’è una tiratrice nell’età giusta per la partecipazione a quella gara”.

Qual è il suo giudizio sui risultati ottenuti dalle sue squadre al Trofeo delle Regioni?
Sono soddisfatto anche dei risultati che abbiamo conseguito nel Trofeo delle Regioni. Negli ultimi 3 anni nella fossa olimpica abbiamo fatto due podi. La concorrenza d’altronde c’è: non facciamo le gare da soli. Non posso negare che quest’anno già dal Campionato d’inverno ho visto piacevolmente atleti che sparano ad alti livelli nella regione e quindi qualche ambizione per la prossima edizione sta cominciando a costituirsi fino da ora. E poiché in quella gara vige l’obbligo di inserimento in squadra di uno Junior e di un Terza categoria, alla fine gli elementi che permettono di vincere quella gara saranno proprio i rappresentanti di queste qualifiche. Occorrerà quindi prestare molta attenzione alla designazione in quei comparti”.

Nelle ultime stagioni la Federazione ha distribuito maggiormente l’attività anche nel Centro Sud rispetto al passato: da massimo dirigente della Sicilia tiravolistica secondo lei è stato fatto abbastanza?
Sarò sincero: abbastanza non si può mai dire. Sicuramente è stato dato un buon segnale perché una distribuzione più corretta dell’attività ha permesso alle Società isolane e anche ai singoli tiratori di partecipare a gare di un certo livello. Anche la Coppa Sicilia e il Trofeo del Mediterraneo, che sono gare che la Fitav ha promosso nel nostro territorio, rappresentano altre occasioni importanti per i tiratori della regione. Ma naturalmente, c’è ancora molta strada da fare e la Sicilia tiravolistica ha certamente buona volontà e tutti i requisiti per percorrere quella strada”.


Tratto da “La parola alle regioni: Michele Sollami”, di Massimiliano Naldoni, Caccia & Tiro 08/2024.


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