Nel mio ruolo di presidente dell’International shooting sport federation, e proprio a nome della medesima istituzione, ho aderito con grande vigore all’iniziativa promossa dall’Assemblea delle Nazioni unite nello scorso autunno che perorava l’attuazione della tregua olimpica in occasione delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi di Parigi nell’estate del 2024. Com’è noto l’iniziativa è stata promossa dalla massima autorità del Comitato organizzatore dei Giochi di Parigi per conto della Repubblica francese ed è stata accolta con entusiasmo dal presidente del Cio Thomas Bach che di quella risoluzione dell’Onu si è fatto diretto promotore presso tutte le federazioni internazionali. Quell’iniziativa non poteva dunque che ricevere il plauso del movimento del tiro la cui attività è diretta appunto dall’Issf che mi onoro di presiedere. Sport è sinonimo di pace e lo è sempre stato sebbene, com’è noto, siano numerose le edizioni dei Giochi olimpici moderni che non sono state celebrate proprio a causa degli eventi bellici. Ma, come ho ricordato in alcune mie dichiarazioni ufficiali delle scorse settimane, niente come lo sport ha la singolare capacità di unire i popoli: la tregua olimpica ha infatti il compito di ribadire quanto, noi donne e uomini di sport, ripudiamo la guerra e quanto invece confidiamo nelle grandi potenzialità della stessa pratica sportiva di contribuire alla costruzione di un’umanità caratterizzata dalla pacifica cooperazione. Del resto anche il presidente Bach ha energicamente ribadito che la tregua olimpica rappresenta un segnale inequivocabile che spiega come, anche in tempi difficili in cui i conflitti – che sembravano episodi confinati nei libri di storia – sono tornati ad affliggere aree del pianeta anche a noi molto vicine, lo sport può intervenire in ogni momento a confermare la volontà della collettività di operare insieme per un futuro di pace e di collaborazione. Ricordavo peraltro proprio in questi miei ultimi interventi quanto sia importante per l’intero movimento del tiro l’appuntamento di Parigi 2024 che rappresenterà un rilancio per tutte le discipline del comparto. E non rinuncerò mai a ripetere che proprio che in una delle discipline del tiro fu un eccellente praticante di livello internazionale anche Pierre de Coubertin, a cui va il merito di aver restaurato quella grande idea di pace che sono stati e sono i Giochi olimpici moderni. Le Olimpiadi e le Paralimpiadi della prossima estate saranno pertanto un episodio importantissimo della storia sportiva. Anzi, mi piace addirittura indicare, perfino con una certa dose di solennità, che quella scadenza potrà essere una pietra miliare per l’intero movimento sportivo planetario. In un mondo che si trasforma a ritmi vertiginosi e che forse, proprio in questo moto spesso forsennato, trascura la memoria delle conquiste ottenute a caro prezzo dall’intero genere umano nei decenni e nei secoli, lo sport resta un baluardo fortissimo a ricordarci che il proposito di base di ognuno di noi deve essere quello suggerito dal motto olimpico che invita, non a caso, a migliorarsi sempre.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 12/2023-01/2024.
Il presidente Luciano Rossi viene premiato dalla Federazione di tiro del Qatar durante la finale di Coppa del mondo dello scorso novembre.