Alla 21a Fiera nazionale dei prodotti, attrezzature e servizi per la caccia e la pesca sportiva – o più semplicemente, Caccia Pesca e Natura – conclusasi recentemente a Longarone Fiere, ha tenuto banco la presentazione del Progetto Melken, che partirà a tutti gli effetti durante la prossima stagione di alpeggio per proseguire fino al 2027 e interesserà in una prima fase di sperimentazione 5 malghe venete. Di cosa si tratta esattamente? Di un progetto, che si avvale di numerosi partner e della collaborazione dell’Università degli Studi di Padova, della Coldiretti Veneto e del Club Alpino Italiano (CAI), indirizzato allo “studio del comportamento dei lupi nei confronti delle mandrie al pascolo in quota”, per salvaguardare e valorizzare il grande patrimonio malghivo, che consta attualmente di oltre 700 strutture suddivise tra pubbliche e private, localizzate tra la Lessinia e le Dolomiti, passando per l’altopiano di Asiago e il Monte Grappa. “Dal ritorno del lupo – ha detto nell’occasione Emanuele Pernechele, dell’Unità Operativa Pianificazione e Gestione faunistico-venatoria della Regione Veneto – si sono rotti certi equilibri che erano consolidati da decenni. Con Melken analizzeremo come il grande predatore cambia le abitudini del pascolamento e quindi si potranno studiare misure più efficaci per contrastare le predazioni. Abbiamo già osservato che al momento il lupo si concentra soprattutto sui bovini più giovani”.
Il Progetto Melken, sul quale è intervenuto a Longarone Fiere anche l’Assessore regionale Cristiano Corazzari, prevede lo studio del comportamento dei lupi nei confronti delle mandrie al pascolo in quota. Il patrimonio delle malghe venete consta di qualcosa come oltre 700 strutture, ripartite tra pubbliche e private, distribuite tra la Lessinia e le Dolomiti, passando per l’altipiano di Asiago e il Monte Grappa – Foto Caccia Pesca Natura