Da quando è stato istituito, nel 1991, il riconoscimento Federcaccia “Gentiluomo Cacciatore”, è stato attribuito, tra gli altri, a figure di spicco come Indro Montanelli, Fausto Coppi, Mario Rigoni Stern, Bruno Modugno, Pier Luigi Vigna, Giuliano Incerpi, Augusto Bocchini, Paolo Bedoni, Nevio Scala e Ugo Gussalli Beretta. Quest’anno, nel corso della 64ª Assemblea nazionale straordinaria della Federazione italiana della caccia, l’onorificenza è stata consegnata al pittore Claudio Menapace. Con le seguenti motivazioni: “con questo significativo riconoscimento – riporta il comunicato diffuso nell’occasione – la Federazione ha voluto sottolineare l’impegno, la passione e il profondo amore per l’ambiente e per la caccia, le sue tradizioni e i suoi valori più alti testimoniato con il suo agire”. Originario dell’Alta Val di Non e imprenditore edile, ha iniziato ad avvicinarsi alla pittura intorno agli anni ’70, dietro sollecitazione della moglie Cristina. E da allora non ha mai smesso di immortalare sulla tela, utilizzando più tecniche – carboncino, olio, matite colorate, acquerello – i paesaggi che fanno parte della sua vita – boschi, cime montuose, pascoli – e la fauna tipica delle sue montagne che come cacciatore conosce a menadito. Le sue opere sono apprezzate anche oltre confine e hanno ricevuto anche numerosi riconoscimenti, come ad esempio il “Prix Artistique” per le arti figurative che gli è stato assegnato in Canada, a Montreal. A Menapace va attribuito anche il merito di aver riscoperta la secolare tradizione tirolese venatoria delle Scheiben, realizzandone molteplici, una delle quali nell’anno del Giubileo è stata donata dal mondo venatorio italiano al pontefice Giovanni Paolo II.
Nelle immagini: Claudio Menapace con la moglie Cristina e con il presidente nazionale Federcaccia Massimo Buconi durante la cerimonia “di investitura” a “Cacciatore Gentiluomo”.