In questo numero di “Caccia & Tiro”, tra i tanti argomenti che trattiamo, ce n’è uno che sta particolarmente a cuore ai cacciatori: quello dei calendari venatori. Affrontiamo il tema con il coordinatore giuridico dell’Ufficio Studi e Ricerche faunistiche e agroambientali di Federcaccia, l’avvocato Alberto Maria Bruni dello Studio legale associato Mbrt. L’articolo (a pag. 12) può avvicinarci alla comprensione dei complessi meccanismi normativi e giurisprudenziali che regolano il prelievo e la stesura dei calendari venatori, ogni anno oggetto di ricorsi al Tar da parte di associazioni animal-ambientaliste. Difficile trovare un’altra categoria di cittadini che, per sapere quando e come potrà praticare la propria passione, ogni anno deve vivere momenti di incertezza, vedendo passare le regole del prelievo su tempi e specie sotto il giogo di campagne demagogiche e tribunali. Fatto, questo, che in molti praticanti, i quali a causa di questioni legali-burocratiche si trovano, ogni anno, a vivere l’apertura della caccia nell’incertezza e, nei casi più sfortunati, a subire limitazioni causate dalla sospensione dei calendari venatori da parte del Tar di turno. Questo è, diciamo così, l’aspetto più percepito del tema “calendari-ricorsi al Tar”, ma c’è anche un altro aspetto, magari meno sentito, ma altrettanto reale e soprattutto importante. Stiamo parlando del lavoro, ormai iniziato da più di un decennio, portato avanti dal mondo venatorio per riportare sul piano corretto la questione. Un lavoro costante, accurato, di elevata professionalità – ma nel contempo arricchito dal contributo dei volontari – che vede il mondo della caccia impegnato sui fronti scientifico e giuridico, per dare sostanza alle proprie tesi e per supportare le Regioni nella corretta stesura dei calendari venatori. Questa “parte della storia” può essere poco comprensibile o poco nota a una parte dei cacciatori, ma ciò che è stato fatto in questi ambiti ha prodotto ottimi risultati, che quest’anno potranno essere messi ancora più a frutto, grazie alla ricostituzione del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale (Ctfvn), i cui pareri sui calendari venatori dovranno essere acquisiti dalle Regioni, affiancando quelli dell’Ispra. Un cambiamento che apre la strada a nuovi scenari, più equi e lungimiranti. L’avvocato Bruni nell’articolo ci spiega come il Ctfvn sia un organo di più ampia e variegata composizione che può tener conto, nel fornire il proprio parere, “anche di esigenze socio-politiche, pur nel rispetto dei limiti imposti dalla sostenibilità dell’attività venatoria”. “È auspicabile – afferma Bruni – che il Comitato tecnico faunistico nazionale voglia porre rimedio alle manchevolezze dell’Ispra e, nel rendere il proprio parere sui calendari venatori, voglia tener conto delle indicazioni della Commissione Europea, come in effetti sembra emergere dai lavori preparatori. In pratica ci si auspica che il nuovo soggetto assuma le più recenti pubblicazioni scientifiche e i dati internazionali – e non solo nazionali come fa Ispra – di inanellamento, incrementati da quelli ottenuti con la telemetria satellitare e con la bioacustica (che Federcaccia incentiva e sovvenziona)”. Sui calendari venatori si è espresso recentemente anche il presidente Federcaccia Massimo Buconi, che ha proprio puntato l’accento sul Ctfvn: “C’è una novità quest’anno: oltre al parere dell’Ispra le Regioni debbono chiedere anche il parere al neo ricostituito Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, che ovviamente non è un doppione di competenze dell’Ispra, ma si occupa di altri aspetti e valutazioni circa i calendari. Speriamo che possa contribuire a dare certezze maggiori. Abbiamo chiesto con forza, come Cabina di regia nazionale, al ministero dell’Agricoltura e al ministero dell’Ambiente di riaprire il confronto con l’Europa sui Key concept”. Buconi ha sottolineato come proprio la questione legata ai periodi di migrazione crei tanta incertezza “alle Regioni per i ricorsi continui nei Tar. Va riaperta questa partita, vanno allineate le date italiane a quelle dei Paesi europei. Come Ufficio Studi e Ricerche di Federcaccia sono anni che stiamo producendo lavori, ricerche, che dimostrano questo allineamento italiano di fatto della fauna migratrice con il resto d’Europa”. Ci auguriamo allora che anche grazie alla novità del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale l’apertura sia sempre più stagione della caccia e sempre meno stagione dei ricorsi.
“Primo piano”, di Valeria Bellagamba, Caccia & Tiro 05/2024.
La questione legata ai periodi di migrazione crea tanta incertezza alle Regioni per i ricorsi continui nei Tar.