Dopo la presa d’atto da parte di Fondazione Una-Uomo Natura Ambiente della campagna anticaccia intitolata “Niente giustifica la caccia” promossa da Almo Nature e Fondazione Capellino, abbiamo posto al presidente Maurizio Zipponi qualche domanda per capire meglio la posizione dell’organizzazione no profit che da più di 10 anni si batte per la tutela dell’ambiente su basi scientifiche e non ideologiche.
La passione per la caccia è sempre sotto attacco, in questo momento più del solito anche perché si sta parlando di modificare la legge 157/92. Un breve commento sulla situazione attuale dal punto di vista di UNA.
“Fondazione UNA è nata con l’intento di alimentare un confronto per dare un futuro alla caccia, considerandola elemento imprescindibile della tutela della biodiversità. In questo momento, più che in altri, siamo convinti sia opportuno alimentare questo dibattito, su basi esclusivamente scientifiche e non ideologiche, con l’auspicio che il confronto tra le parti possa portare alle soluzioni migliori nel migliore interesse di tutti”.
Nel testo della campagna “Niente giustifica la caccia” leggiamo, firmato da Pier Giovanni Capellino, che la legge attuale dovrebbe rimanere tale e quale. Come se dal 1992 non fossero cambiate tante cose a tutti i livelli: la fauna, i territori e persino il clima. Sono arrivati anche nuovi predatori in tante zone della penisola. Pensare di non cambiare una legge ormai vecchia ci sembra francamente solo ideologia, cosa ne pensa?
“Condividiamo l’obiettivo generale di aggiornare la normativa nazionale per renderla più coerente con le esigenze attuali del territorio e della gestione faunistica. Nell’ambito di questo aggiornamento riteniamo fondamentale che l’attenzione si ponga sul mantenimento di un equilibrio tra tutela ambientale, conservazione e benessere della fauna, diritti degli agricoltori e sostenibilità agricola e, infine, dignità della caccia come attività legittima, culturale e regolamentata. Tutto questo, ribadiamo, mantenendo un approccio puramente scientifico”.
Si aspettava una campagna del genere da un’azienda che come modello di business produce petfood utilizzando carne animale?
“Siamo rimasti oggettivamente sconcertati, non tanto dalla campagna in sé, ma dall’attore che l’ha promossa. Un attore di mercato che opera attraverso la filiera di allevamenti intensivi, utilizzando come materia prima le proteine animali, dichiaratamente reperite soprattutto da mercati esteri e che, alla luce di questo, non può certamente arrogarsi il diritto di condannare la caccia. Crediamo ci sia un fondo di grande incoerenza e di paradosso alla base”.
Fondazione Una attraverso canali ufficiali ha posto una serie di domande ad Almo Nature e Fondazione Capellino sul business dell’azienda che tratta carni di provenienza animale. Vi hanno risposto?
“No, stiamo ancora aspettando una risposta puntuale alle nostre domande. Riteniamo che chiedere chiarimenti su questi temi sia un atto di buon senso e trasparenza. Se Almo Nature e Fondazione Capellino forniranno le informazioni richieste, sarà più semplice dissipare i legittimi dubbi su una campagna di comunicazione che, in assenza di risposte, appare puramente strumentale e utile solo a distogliere l’attenzione da un modello di business che potrebbe rilevarsi non del tutto etico. Per questo riproponiamo con convinzione le nostre domande, nella speranza di non doverci attivare nei prossimi giorni per reperire e divulgare autonomamente le dovute risposte”.
Maurizio Zipponi, presidente Fondazione Una-Uomo Natura Ambiente, risponde alle nostre domande a proposito della campagna mediatica anticaccia messa in atto da Almo Nature e Fondazione Capellino – Foto Fondazione Una




